Mediobanca rinvia a settembre il voto per l’Ops su Banca Generali

La decisione sembra essere stata presa dopo il rafforzamento del fronte del no all'operazione e del numero degli indecisi.

Pubblicato: 16 Giugno 2025 09:52

QuiFinanza

Redazione

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Il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ha deciso di rinviare al 25 settembre l’Assemblea per l’approvazione dell’offerta pubblica di scambio con Generali per il controllo di Banca Generali. Un cda convocato in extremis, visto che l’Assemblea era in programma per oggi, che ha deciso di rimandare il voto. La decisione sembra essere stata presa dopo il rafforzamento del fronte del no all’operazione e del numero degli indecisi, costringendo Mediobanca a prendere più tempo per raggiungere il consenso necessario sull’operazione.

La spiegazione di Mediobanca

L’offerta non cambia e rimane valida in tutti i suoi termini, compresa la conclusione, attesa per settembre/ottobre, ma dà più spazio alle valutazioni in corso a Mediobanca, ha sottolineato l’istituto.

“Alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca sia in Generali, hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento” della compagnia”

ha spiegato Mediobanca in una nota.

“Al riguardo, solo lo scorso giovedì 12 giugno, a ridosso della riunione assembleare del 16 giugno, AG (Assicurazioni Generali, ndr) ha divulgato un comunicato stampa segnalando – per la prima volta – di aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da MB (Mediobanca, ndr) e delle sue implicazioni commerciali, economiche e di valore. Tale elemento di novità richiede di tener conto delle disponibilità e delle tempistiche di AG, alla luce dell’auspicio espresso da una parte della compagine sociale, di conoscere la posizione della Compagnia sull’Offerta”

ha spiegato Piazzetta Cuccia in una nota.

 

I movimenti dei grandi azionisti

La decisione del Cda cambia la posizione espressa a caldo solo una decina di giorni fa, quando la società VM 2006 del Gruppo Caltagirone aveva chiesto come azionista di rinviare l’assemblea a dopo la definizione degli accordi di partnership. Mediobanca aveva allora difeso la sua scelta come una questione “di trasparenza verso il mercato e l’autorità”. Si è accorta però che non sapere qual è l’impatto sul Leone incide sulle scelte di voto di alcuni azionisti, soprattutto su chi ha una partecipazione più ‘pesante’ in Generali, come Delfin. Nelle ultime settimane si è “riposizionato” quasi l’11% capitale di Mediobanca: Caltagirone è salito al ridosso del 10%, Empam ed Enasarco hanno arrotondato le loro quote, oltre a Unicredit, accreditata con l’1,9% per conto clienti ma che, secondo indiscrezioni di stampa, può contare su un 4%. Infine, i dubbi su Delfin che non si è schierata nettamente.

Il risiko bancario

La decisione del Cda ribalta il cronoprogramma delle operazioni di consolidamento che stanno riguardando il settore bancario in Italia. Prima dell’assemblea su Banca Generali è attesa l’Ops di Mps su Mediobanca, mentre fino a ieri era l’inverso. La data ipotizzata per l’operazione lanciata dall’amministratore delegato del Monte, Luigi Lovaglio, è l’inizio di luglio, ma si attende ancora il parere della Banca Centrale Europea. Inoltre l’avvio dell’indagine della Procura di Milano sul processo di cessione della quota del 15% del Mef a Caltagirone, Delfin, Anima e Banco BPM pone un velo di incertezza sugli scenari del riassetto bancario italiano.

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