Mps ha approvato un aumento di capitale da oltre 13 miliardi di euro per lanciare una Ops su Mediobanca, offrendo 23 azioni Mps ogni 10 di Piazzetta Cuccia. Il lancio ufficiale dell’offerta è previsto per il 14 luglio, subordinato al via libera della Consob sul prospetto informativo, atteso nei prossimi giorni.
L’operazione ha ottenuto i via libera di Ivass, Bce e, a breve, dell’Antitrust Ue, ma resta contestata da Mediobanca, che la ritiene priva di razionalità industriale e piena di rischi. In risposta, Mediobanca ha aggiornato il piano al 2028 promettendo 4,9 miliardi agli azionisti e puntando su Banca Generali.
Indice
In attesa del via libera dell’Antitrust Ue
Mps ha già incassato il nulla osta di Ivass e Bce, mentre resta in sospeso quello dell’Antitrust Ue, che però non è vincolante per l’avvio dell’Ops.
Bruxelles sta parallelamente esaminando un esposto che contesta un presunto uso improprio degli aiuti di Stato da parte di Mps nella vendita del 15% avvenuta a dicembre, un’operazione in cui il Tesoro ha ridotto la propria quota a favore di Delfin, Caltagirone e Banco Bpm.
Nonostante la cornice regolatoria in gran parte definita, l’ostacolo più solido arriva direttamente da Mediobanca, che ha ribadito il suo netto rifiuto dell’operazione, giudicata
priva di razionale industriale e finanziario, distruttiva di valore e con alti rischi di esecuzione.
Il Cda, guidato da Alberto Nagel, ha rilanciato con forza il nuovo piano industriale al 2028, che punta su una crescita organica robusta: ricavi a 4,4 miliardi (+20% nel triennio), utile netto a 1,9 miliardi (+45%) e remunerazioni complessive per gli azionisti pari a 4,9 miliardi di euro in tre anni, interamente in cash tra dividendi (4,5 miliardi) e buyback.
L’obiettivo di Mps
Da un lato, Mps cerca di trasformarsi da banca commerciale in gruppo bancario integrato puntando alla scalata di Piazzetta Cuccia.
Dall’altro lato, Mediobanca difende il proprio modello di banca specializzata, centrato su investment e private banking, con un approccio “stand-alone” più conservativo ma redditizio, che prevede tra l’altro la combinazione futura con Banca Generali entro ottobre.
Il piano mostra la visione di Mediobanca di voler seguire il modello “capital-light” che consente alta redditività a basso rischio.
Il Cet1 ratio si manterrà al 14% anche dopo le distribuzioni, grazie alla forte generazione organica di capitale (+280 punti base nel triennio, secondo il nuovo target). A rafforzare ulteriormente la traiettoria di crescita è la prevista combinazione con Banca Generali, la cui chiusura è attesa entro ottobre 2025.
Tirando le somme, Mediobanca mira a disincentivare l’adesione all’Ops di Mps, rafforzando la propria posizione sul mercato e rendendo sempre più costoso un rilancio da parte della banca senese.
La reazione dei mercati
I mercati, almeno per ora, sembrano premiare la cautela: in Borsa Mps ha perso il 3,06% nell’ultima seduta, mentre Mediobanca ha ceduto solo lo 0,17%.
Ma lo sconto sull’offerta di scambio ha superato l’8%, traducendosi in un gap di circa 1,38 miliardi di euro, che potrebbe costringere Mps a un rilancio per convincere gli azionisti.
L’offerta durerà da 15 a 40 giorni, con termine probabile verso fine agosto. Mediobanca dovrà esprimersi formalmente entro 5 giorni dalla pubblicazione del prospetto.
Fino ad allora, prosegue il braccio di ferro tra Nagel e Lovaglio per il controllo di uno degli attori più strategici del sistema bancario italiano.