C’è il via libera dalla Banca Centrale Europea, Mps ha l’autorizzazione per acquistare una partecipazione di controllo in Mediobanca e indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca. La Bce ha rilasciato contestualmente anche il via libera ad acquisire una partecipazione in Mediobanca il cui valore eccede il 10% del patrimonio di vigilanza di gruppo e nelle rilevanti partecipazioni indirette. Lo comunica Monte dei Paschi in una nota.
Cosa chiede la Bce
Nel dettaglio, la Bce ha dato due autorizzazioni a Siena:
- acquistare direttamente una partecipazione di controllo in Mediobanca e una indiretta in Mediobanca Premier (la ex CheBanca) e in Compass
- rilevare una quota in Mediobanca il cui valore eccede il 10% del patrimonio di vigilanza di gruppo e nelle rilevanti partecipazioni indirette.
Questo secondo ok è il più importante per la banca senese.
Se infatti una banca acquista un’attività che vale più del 10% del proprio patrimonio di vigilanza, la Vigilanza deve dare un nulla osta specifico, perché questa operazione incide in modo significativo sul profilo patrimoniale e sul rischio. Si tratta di un passaggio importante nell’ambito delle procedure di acquisto di partecipazioni qualificate.
La luce verde della Bce arriva nei tempi previsti e, se ci sarà l’ok anche dal Consob, consentirà all’operazione di partire a inizio luglio per chiudersi ad agosto. Proprio per esercitare la delega di aumento di capitale e aprire formalmente il periodo di adesione il cda di Mps si riunirà giovedì 26.
Le condizioni da rispettare
Ci sono comunque una serie di condizioni che Mps dovrà rispettare:
- la banca dovrà, qualunque sia la quota acquisita, presentare alla Bce un piano di integrazione entro sei mesi dal controllo di Mediobanca;
- tale piano deve includere gli impatti su capitale, funding, digitalizzazione e cybersecurity, indicando eventuali scostamenti dalle ipotesi iniziali (sinergie, costi, perdite operative, avviamento);
- il capital plan deve contenere uno scenario base e uno avverso, con azioni di mitigazione e valutazioni su fattibilità e tempistiche;
- deve essere descritta l’organizzazione ICT, comprese architetture attuali e future, flussi dati, accordi con terze parti, controlli, continuità operativa e qualità dei dati;
- va dettagliato l’assetto di corporate governance del nuovo gruppo, compresi struttura organizzativa, organi delle controllate, sistema di controllo interno, politiche retributive e aggregazione delle informazioni di rischio;
- il piano deve indicare le tempistiche delle attività di integrazione e un framework di governance per monitorarne l’attuazione.
A seguito della delibera dell’assemblea dello scorso 17 aprile, il consiglio di amministrazione si riunirà il 26 giugno 2025 per l’esercizio della delega di aumento di capitale per l’Ops.
Il piano in caso di quota di minoranza
E se Mps non supera il 50% di Mediobanca? La Bce ha pronto un piano B; entro tre mesi dalla conclusione dell’operazione, Siena dovrà fornire alla banca centrale:
- un report del CdA, condiviso con la società di revisione, che confermi il controllo di fatto;
- in alternativa, un piano del CdA sull’approccio strategico alla partecipazione, con criteri, obiettivi, tempistiche e passaggi operativi;
- una dichiarazione sull’eventuale intenzione di salire oltre il 50%, con l’impatto stimato sul patrimonio.
In sostanza, l’ad dei senesi Luigi Lovaglio dovrà comunicare alla vigilanza se intende tenere lo stesso la quota di controllo, e in caso se intenda avvalersi della norma sull’Opa residuale, per cui potrebbe comprare in Borsa un 5% l’anno di Mediobanca per prenderne poi la maggioranza.