Cybercrime, quanto costa un attacco a una multinazionale? L’impatto finanziario degli attacchi su scala globale

Quanto costa un attacco ransomware a una multinazionale? Analisi dei costi occulti e delle implicazioni sistemiche per economia, finanza e governance globale

Pubblicato: 17 Aprile 2025 16:29

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il cybercrime non rappresenta più una semplice emergenza tecnologica, bensì un rischio sistemico ad alta intensità economica, capace di colpire trasversalmente ogni settore produttivo e istituzionale. Si tratta di una minaccia che condiziona le economie avanzate e i mercati emergenti, mina la fiducia degli investitori, aumenta il premio al rischio sovrano e costringe le autorità regolatorie a una continua rincorsa normativa.

Le conseguenze di un attacco informatico di ampia portata, come nel caso di un ransomware rivolto a una multinazionale strategica, si propagano ben oltre il perimetro IT. Innescano infatti effetti a catena che interessano:

Il cybercrime come rischio economico globale

Secondo il “World Economic Forum Global Risk Report 2024“, il rischio informatico è stabilmente collocato tra le prime cinque minacce sistemiche globali per il prossimo decennio, accanto a cambiamento climatico, polarizzazione geopolitica e crisi energetiche. Tale valutazione si fonda su variabili macrostrutturali:

In questo contesto, il cyberspazio ha smesso di essere un dominio neutro per diventare un’arena di confronto economico, giuridico e geopolitico, dove le potenze globali si contendono influenza attraverso strumenti asimmetrici, spesso non convenzionali. La sicurezza digitale è oggi parte integrante della competitività nazionale, della credibilità istituzionale e della stabilità delle democrazie moderne.

Ransomware e danni economici: oltre il pagamento del riscatto

Il ransomware rappresenta oggi una delle forme di attacco informatico più diffuse, sofisticate e distruttive, tanto da essere classificata da Europol e FBI come una minaccia di primo livello per la sicurezza economica e nazionale. L’evoluzione delle tecniche di attacco, spesso sostenute da infrastrutture criminali altamente organizzate (Ransomware-as-a-Service), ha reso il ransomware un business criminale multimiliardario, con implicazioni profonde per la continuità operativa delle imprese e per la stabilità dei mercati.

A differenza di altre forme di intrusione informatica, il ransomware produce danni immediati, bloccando l’accesso a sistemi critici e dati sensibili. L’impatto si estende ben oltre la cifra del riscatto richiesto: secondo l’”IBM Cost of a Data Breach Report 2023“, il costo medio complessivo per una violazione informatica supera 4,45 milioni di dollari, ma può crescere sensibilmente in funzione della dimensione aziendale, della complessità IT e della criticità del settore di appartenenza.

Costi diretti

Costi indiretti

Effetti secondari

Caso studio: Colonial Pipeline (USA, 2021)

L’attacco subito da Colonial Pipeline ha evidenziato l’effetto domino che un singolo incidente cyber può generare su scala nazionale. Il blocco del sistema SCADA di controllo remoto ha portato all’interruzione della principale rete di distribuzione di carburante della costa orientale degli Stati Uniti. Oltre al riscatto pagato di 4,4 milioni di dollari, le stime successive hanno calcolato danni economici totali superiori a 100 milioni di dollari, includendo:

L’attacco ha generato anche conseguenze normative: il governo statunitense ha avviato un programma federale per la protezione delle infrastrutture critiche e ha rafforzato i requisiti di compliance per gli operatori energetici.

In sintesi, il ransomware non è solo un rischio informatico, ma un moltiplicatore di rischio finanziario e geopolitico. La capacità di risposta a questi eventi diventa oggi una metrica essenziale per valutare la resilienza strategica di una multinazionale o di un ecosistema industriale.

Il ruolo degli hacker state-sponsored

Una delle evoluzioni più rilevanti nel panorama del ransomware è il crescente coinvolgimento di attori sponsorizzati da Stati (state-sponsored actors). Questi gruppi, spesso legati a servizi di intelligence o agenzie militari, non agiscono soltanto per fini economici, ma anche per perseguire obiettivi strategici, geopolitici e destabilizzanti. Le operazioni condotte da tali soggetti si collocano a metà tra la criminalità informatica e il cyberwarfare.

Numerosi rapporti di intelligence – tra cui quelli del National Cyber Security Centre (UK), del CISA (USA) e dell’ENISA (UE) – hanno attribuito con elevato grado di probabilità vari attacchi ransomware a gruppi come Lazarus (legato alla Corea del Nord), Sandworm (Russia), APT41 (Cina) e altri gruppi affiliati.

Questi attacchi si distinguono per:

L’aspetto più critico è che tali operazioni possono simulare finalità economiche (richiesta di riscatto) mentre mascherano obiettivi ben più ampi, come:

Un esempio emblematico è l’attacco del gruppo Sandworm alla rete elettrica ucraina nel 2015, che causò blackout diffusi ed è considerato il primo caso documentato di cyberattacco con effetti fisici su larga scala. Anche il malware NotPetya del 2017, apparentemente un ransomware, fu in realtà un’operazione distruttiva mascherata, causando oltre 10 miliardi di dollari di danni a imprese globali come Maersk, FedEx e Merck.

Nel contesto di ransomware sempre più ibridi, dove i confini tra criminalità, spionaggio e guerra si fanno sfumati, la cooperazione internazionale tra governi, aziende e organismi multilaterali è diventata una necessità strategica. Le risposte non possono essere solo tecniche o assicurative: occorre una difesa sistemica, fondata su deterrenza, intelligence condivisa e capacità di risposta rapida.

Le strategie multilaterali: NATO, ONU e G7

A livello internazionale, diverse piattaforme multilaterali hanno avviato iniziative per affrontare la minaccia cyber come elemento centrale della sicurezza collettiva:

Queste iniziative, seppur ancora frammentarie, indicano un’evoluzione verso un approccio coordinato alla difesa cibernetica globale, basato su standard condivisi, interoperabilità tra sistemi e attribuzione trasparente degli attacchi. La sfida principale resta la governance del cyberspazio: una dimensione transnazionale, priva di confini, dove il diritto internazionale tradizionale fatica a trovare applicazione.

In assenza di un trattato vincolante e universalmente riconosciuto, la legittimità delle risposte — comprese le controffensive digitali — rimane incerta, alimentando zone grigie di ambiguità giuridica e conflitto sotto soglia. La diplomazia cyber, dunque, diventa una leva fondamentale per prevenire l’escalation e costruire un equilibrio di potere stabile anche nello spazio digitale.

Attacchi alla supply chain e impatto sistemico

Uno dei trend emergenti più allarmanti riguarda gli attacchi indiretti veicolati attraverso fornitori terzi. Questi eventi compromettono non solo l’azienda target, ma anche l’intero ecosistema industriale a cui appartiene. Le supply chain globali, interconnesse e digitalizzate, sono oggi un bersaglio privilegiato.

Caso studio: SolarWinds (USA, 2020)

Il compromesso del software Orion, utilizzato da oltre 18.000 enti pubblici e privati, ha rivelato la vulnerabilità sistemica delle supply chain digitali. Il danno complessivo, sebbene difficile da quantificare in modo univoco, è stimato in oltre 250 milioni di dollari, includendo i costi di bonifica, indagini federali e rafforzamento dei sistemi.

Caso studio: JBS Foods (Brasile/USA, 2021)

Il gruppo agroalimentare, colpito da un ransomware, ha dovuto sospendere temporaneamente le attività in diverse sedi globali, con un riscatto pagato di 11 milioni USD. Le conseguenze si sono riflesse nei listini delle commodities e nelle forniture alimentari.

Reazione dei mercati: volatilità, crolli e sfiducia degli investitori

Gli attacchi informatici rappresentano un potente fattore di instabilità per i mercati finanziari globali. La reazione immediata degli investitori alle notizie di una violazione di sicurezza è spesso caratterizzata da elevata volatilità, correzioni improvvise nei prezzi delle azioni e un brusco peggioramento della fiducia nelle capacità gestionali dell’impresa colpita.

Numerose analisi empiriche condotte su base internazionale, tra cui i report di Moody’s, Deloitte e del Ponemon Institute, confermano che le aziende quotate subiscono una perdita media del valore di mercato compresa tra il 5% e il 10% nei dieci giorni successivi a un cyberattacco grave. In alcuni casi, come per Equifax nel 2017 o Yahoo! nel 2013, il danno reputazionale e la reazione degli investitori hanno comportato perdite di capitalizzazione ben superiori, con effetti prolungati nel tempo.

Meccanismi di trasmissione degli effetti:

Fattori di amplificazione:

Effetti collaterali di medio-lungo termine:

L’impatto di un attacco informatico sui mercati, dunque, va ben oltre la reazione istantanea delle borse: esso mina la reputazione dell’azienda, ne modifica il profilo di rischio e può compromettere l’accesso ai capitali e alle linee di credito nei mesi successivi. Per questo motivo, la cybersecurity sta diventando una componente chiave nelle analisi finanziarie, nei rating creditizi e nei modelli di valutazione del rischio sistemico.

Regolamentazione internazionale: obblighi di disclosure e accountability

Nel contesto di una crescente esposizione ai rischi cibernetici, le autorità regolatorie a livello globale stanno progressivamente definendo un quadro normativo più stringente volto a garantire trasparenza, tracciabilità degli incidenti e responsabilità aziendale. Le normative emergenti si concentrano non solo sulla protezione degli asset digitali, ma anche sulla tutela degli stakeholder finanziari, sulla resilienza operativa dei mercati e sull’integrità del sistema economico.

Europa

In ambito europeo, due provvedimenti chiave stanno ridefinendo le responsabilità delle imprese in materia di cybersecurity:

Stati Uniti

Negli Usa, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha adottato un approccio volto a responsabilizzare le aziende quotate verso gli investitori:

Queste normative rispondono a una logica di accountability rafforzata, in cui la cybersecurity viene riconosciuta come un pilastro della compliance e della trasparenza verso il mercato. Il mancato rispetto di tali obblighi può determinare:

Il cybercrime come variabile macrofinanziaria e geopolitica

Il cybercrime non è più confinato al dominio tecnico dell’IT, ma si configura come una vera e propria variabile macrofinanziaria e geopolitica, capace di alterare equilibri economici, destabilizzare mercati e compromettere la sicurezza nazionale. La sua rilevanza è oggi paragonabile a quella di shock sistemici tradizionali, come crisi bancarie o conflitti internazionali. Gli attacchi informatici, per la loro capacità di colpire infrastrutture critiche, alterare catene di approvvigionamento e influenzare le dinamiche di mercato, impongono un ripensamento profondo dei paradigmi di gestione del rischio.

In questa nuova realtà, la resilienza cibernetica deve diventare un indicatore strategico, integrato nella pianificazione economica, nella valutazione degli asset finanziari e nei modelli di governance pubblica e aziendale.

Un attacco cyber di vasta scala può generare impatti comparabili a una crisi finanziaria globale: perdita di fiducia, fuga di capitali, instabilità valutaria, default operativi.

Per questo motivo, serve un approccio multilivello e integrato che combini:

In un sistema globale dove l’economia digitale è ormai inscindibile dal funzionamento degli Stati, la cybersecurity rappresenta la nuova frontiera della sovranità. Non investire in questa direzione equivale a esporre intere economie a vulnerabilità critiche. La protezione degli asset digitali, dunque, è oggi condizione imprescindibile per la sopravvivenza economica, la stabilità geopolitica e la competitività industriale degli attori statali e non statali.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963