Beko trova l’accordo con il Governo per 700 lavoratori ma continuano gli esuberi

Il Governo, Beko e i sindacati hanno trovato l'accordo per arginare la crisi dell'azienda evitando le chiusure e dimezzando il numero degli esuberi annunciati: i punti del piano

Pubblicato: 9 Aprile 2025 14:03

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Ci sono volute oltre 12 ore di trattativa, ma alla fine si è trovata la quadra per evitare il licenziamento di migliaia di dipendenti e la chiusura degli stabilimenti. Protagonista di questa ennesima crisi italiana è Beko, multinazionale di elettrodomestici di proprietà del gruppo turco Arcelik che alla fine del 2024 aveva annunciato quasi 2mila esuberi e la serrata di diversi stabilimenti e linee di produzione in Italia. Con l’accordo raggiunto al Mimit tra Governo, azienda e parti sociali, lo scenario migliora in parte vedendo gli esuberi dimezzati, l’investimento di 300 milioni di euro nel triennio 2025-2027 e la reindustrializzazione dello stabilimento di Siena.

L’accordo tra Beko e il governo

Così come riferito dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’accordo raggiunto con Beko e le parti sociali (Fim, Fiom, Uilm, Uglm, Filcams, Fisascat, Uiltucs e Ugl terziario) potrà essere definitivo soltanto nella giornata di lunedì 14 aprile, dopo cioè che anche le assemblee dei lavoratori dell’azienda lo abbiano valutato e approvato.

In attesa dell’ufficialità definitiva, sono stati resi noti i principali punti dell’intesa:

La riduzione degli esuberi

Punto fondamentale dell’intesa raggiunta sulla vertenza Beko interessa gli esuberi. Dai quasi 2mila annunciati (1.935) si è passati a un numero che non potrà superare le 1.284 unità, al cui interno ricadono anche tutti i lavoratori del sito di Siena che chiuderà (299). Per quest’ultimi è previsto nel piano di reindustrializzazione il riassorbimento nel nuovo progetto che nascerà. Il numero totale degli esuberi di Beko scende dunque a 985, la metà di quelli annunciati lo scorso anno.

E ancora, gli esuberi saranno gestiti con uscite volontarie e incentivate economicamente, con l’azienda che si è impegnata a far rientrare i lavoratori in futuro con gli strumenti del Job posting interno e del part time.

I nuovi obiettivi per gli stabilimenti

Tra i punti dell’accordo, come detto, c’è la definizione di missioni specifiche che dovranno essere portate a termine da ciascuno degli stabilimenti italiani. Tolto il già citato caso di Siena, dove ci sarà una vera e propria reindustrializzazione, altrove Beko dovrà produrre:

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