L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla tregua tra Iran e Occidente ha avuto immediate ripercussioni sui mercati energetici internazionali. Il 24 giugno 2025, il prezzo del gas naturale ha aperto in forte calo alla Borsa TTF di Amsterdam, il principale hub europeo per la compravendita del metano. I futures sul mese di luglio sono scesi del 10,64%, assestandosi a 36,25 euro per megawattora (MWh). Un ribasso netto, che riporta il prezzo del gas vicino ai livelli minimi del 2024.
Ma questo calo si tradurrà davvero in una diminuzione dei costi delle bollette per luce e gas per famiglie e imprese italiane? Per rispondere occorre analizzare diversi fattori: dal funzionamento del mercato dell’energia al peso della geopolitica, fino alle dinamiche stagionali e ai meccanismi di aggiornamento tariffario.
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Tregua Usa-Iran: cosa cambia
Il gas naturale è, per sua natura, una commodity altamente sensibile al rischio geopolitico. L’Iran, pur non essendo un grande esportatore diretto verso l’Europa, rappresenta un nodo strategico nella mappa energetica globale, sia per la sua produzione interna, sia per il controllo dello Stretto di Hormuz, da cui transita circa il 20% del petrolio mondiale e una quota significativa di gas naturale liquefatto (Gnl).
La tregua ha generato immediatamente un effetto calmierante sui mercati, riducendo il rischio di interruzioni nei flussi energetici globali e spingendo gli operatori a vendere le posizioni speculative aperte nei giorni precedenti.
Il prezzo del gas oggi
Il livello attuale di 33,91 euro/MWh rappresenta un netto miglioramento rispetto ai picchi raggiunti durante la crisi energetica del 2022 e parte del 2023, quando i prezzi avevano superato anche i 300 euro/MWh, in un contesto segnato dalla guerra in Ucraina, dalle sanzioni alla Russia e dalle incertezze sulle forniture.
Tuttavia, siamo ancora ben lontani dai livelli pre-pandemici, quando il gas costava stabilmente sotto i 20 euro/MWh. Questo ci dice che, pur con segnali positivi, il mercato continua a prezzare un rischio strutturale, legato a un contesto geopolitico ancora fragile e alla crescente dipendenza europea dal Gnl, spesso più caro e soggetto a dinamiche globali.
L’effetto sulle bollette: quando e quanto si potrà risparmiare?
Per capire se e quanto questo calo si tradurrà in bollette più leggere, è necessario distinguere tra:
- mercato tutelato;
- mercato libero.
In Italia, per il gas, le tariffe vengono aggiornate mensilmente dall’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) sulla base del prezzo medio del mese precedente sul mercato Ttf. Un calo a fine giugno potrebbe dunque riflettersi, almeno in parte, sulle bollette di luglio o agosto nel mercato tutelato.
Nel mercato libero molto dipende dal contratto sottoscritto. Se è a prezzo fisso, il consumatore non percepirà cambiamenti. Se invece è a prezzo indicizzato, legato ai valori Ttf o PSV (il mercato italiano), allora il calo dei prezzi potrebbe portare benefici più immediati, specie se il trend ribassista dovesse proseguire.
Va sottolineato però che il costo dell’energia in bolletta non dipende solo dalla materia prima. Pesano anche oneri di sistema, trasporto, accise, IVA. Quindi, un -10% sul prezzo del gas all’ingrosso si traduce in un risparmio molto contenuto per il consumatore finale, spesso nell’ordine del -2% o -3% sulla fattura complessiva.
Inoltre, siamo entrati nei mesi estivi, e questo ha due effetti importanti sulla domanda e, quindi, sui prezzi.
Si accendono meno caldaie, si consuma meno energia per il riscaldamento, quindi la domanda cala naturalmente. Tuttavia, le ondate di calore possono far aumentare il consumo elettrico, e in molti Paesi (Italia inclusa) l’elettricità viene ancora prodotta in parte con centrali a gas.
Questo, di fatto, vuol dire che il meteo e il cambiamento climatico restano variabili chiave anche nel determinare l’effettiva evoluzione dei prezzi nei prossimi mesi.