Il Governo ha deciso di modificare in parte il funzionamento del bonus mamme lavoratrici, dedicato alle donne con almeno due figli a carico. Nel nuovo decreto legge Economia, la ministra per il Lavoro e le Politiche Sociali Marina Calderone ha fatto inserire un nuovo bonus da 480 euro per alcune categorie.
Non cambia però soltanto l’importo nel nuovo bonus mamme. A essere modificati sono anche la natura del bonus, che non sarà più una decontribuzione, le tempistiche di pagamento alle lavoratrici e le modalità con cui fare richiesta.
Cosa cambia nel bonus mamme lavoratrici
Durante la discussione del decreto legge Economia, il Consiglio dei Ministri presieduto da Giorgia Meloni ha deciso di inserire nel testo della norma un aumento delle risorse per il bonus mamme lavoratrici, rispetto a quanto deciso nella manovra finanziaria.
Il testo della legge di bilancio prevedeva una spesa di 300 milioni di euro, alla quale vanno invece ad aggiungersi altri 180 milioni, per un totale di 480 milioni.
La ragione di questo intervento è introdurre di fatto un nuovo bonus per le mamme lavoratrici diverso dal precedente.
I fondi stanziati nella legge di bilancio infatti servono per una decontribuzione fino a 3.000 euro l’anno, da richiedere al datore di lavoro, valida fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
La nuova misura invece è riservata alle lavoratrici con un contratto a tempo determinato oppure autonome che rispettano tutti gli altri requisiti per ottenere il bonus mamme. Per loro saranno disponibili anche 40 euro al mese in più.
Requisiti e modalità per richiedere il bonus
Questo nuovo bonus mamme lavoratrici è di natura diversa dal precedente.
Non si tratta di una decontribuzione, ma di un aumento in busta paga. Lo si può richiedere solo se non si superano, all’interno del proprio nucleo familiare, i 40mila euro di Isee, e verrà liquidato per intero nella busta paga o nella retribuzione del mese di dicembre, per 480 euro totali.
Non trattandosi di una decontribuzione, questo bonus non va più richiesto, come il precedente bonus mamme lavoratrici, al datore di lavoro. La domanda va invece presentata direttamente all’Inps, attraverso i portali telematici dell’Istituto accessibili attraverso le varie forme di identità digitale, come Spid, Cie e Cns.
Rimane, come nel caso dell’originale bonus mamme, l’esclusione per chi ha un contratto di lavoro domestico – dunque colf e badanti. Le lavoratrici con un contratto a tempo indeterminato continueranno ad avere a loro disposizione la decontribuzione fino a 3 mila euro annui.
La differenza tra bonus e decontribuzione
La ragione per cui il Governo ha introdotto questo nuovo bonus mamme lavoratrici per le autonome e le donne con contratti a tempo indeterminato sta negli effetti della decontribuzione. L’originale bonus mamme, pur aumentando l’importo in busta paga, è un’esenzione dal pagamento dei contributi pensionistici.
Questo significa che la lavoratrice che lo riceve scambia un importo maggiore del suo stipendio nei primi anni di vita dei propri figli con una riduzione della pensione in futuro.
Le lavoratrici con una carriera discontinua però, come le autonome e quelle con contratti precari, sono già molto penalizzate dal sistema contributivo. Il vecchio bonus mamme lavoratrici avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente la loro futura pensione.
Per questa ragione l’esecutivo ha ritenuto opportuno dare loro un supporto di tipo diverso, senza la riduzione dei contributi versati.