Evasione alta al Sud, solo il 4% dei sindaci denuncia il lavoro nero

Mentre l’evasione fiscale tocca i 93 miliardi l’anno, solo una minima parte dei Comuni italiani collabora con il Fisco, lasciando sul tavolo milioni di euro recuperabili

Pubblicato: 31 Maggio 2025 12:42

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

In Italia solo il 4% dei comuni segnala casi di evasione fiscale all’Agenzia delle Entrate, nonostante la possibilità di incassare parte delle somme recuperate. Secondo l’ultimo report della Cgia di Mestre, su 7.900 amministrazioni comunali, appena 296 hanno trasmesso segnalazioni qualificate nel 2023, contribuendo a un recupero di soli 3 milioni di euro, a fronte di un’evasione stimata in quasi 93 miliardi di euro l’anno.

Chi segnala incassa di più, ma al Sud l’attività è quasi nulla. Tra carenze di personale, scarsa formazione e timori politici, molti comuni restano inerti.

Solo il 4% dei sindaci denuncia

I comuni italiani non riescono a contribuire alla lotta all’evasione fiscale. Con il personale che hanno a disposizione riescono a concentrarsi sul recupero di Irpef, Ires e Iva, oltre alle imposte di registro, ipotecarie e catastali. In questo modo, 296 amministrazioni hanno incrementato le entrate comunali di 3 milioni di euro. Una cifra però insignificante rispetto al periodo analizzato dall’Ufficio studi della Cgia: l’evasione fiscale è stimata in quasi 93 miliardi di euro l’anno.

Non è solo una questione di chi non può, anche coloro che potrebbero intervenire infatti non lo fanno. A fronte di 7.900 comuni presenti in Italia, solo 296 (pari al 3,7% del totale) hanno trasmesso segnalazioni in materia di evasione al Fisco.

La classifica di chi incassa di più

I comuni più attivi nel segnalare l’evasione ricevono una quota degli incassi ottenuti dal recupero fiscale. In testa alla classifica troviamo:

Spiccano così, a livello nazionale, i risultati di Cernusco sul Naviglio e di Segrate. Queste città rappresentano un’eccezione in un panorama generale di scarsa partecipazione. Rispetto a una situazione del Mezzogiorno complicata, spiccano alcuni risultati:

Chi evade di più? Classifica per regioni

Altri comuni invece non hanno intascato nulla, lasciando intendere che non ci siano state segnalazioni all’Agenzia delle Entrate o che non abbiano attivato dei sistemi di monitoraggio. Questi sono:

Nel documento si possono trovare anche le regioni che evadono di più, che sono:

Regione Economia non osservata (%) Imposte evase (milioni di euro) % di evasione ogni 100 euro
Calabria 19,1 2.876 19,4
Puglia 17,2 6.138 17,5
Campania 16,9 8.566 17,2
Sicilia 16,4 6.963 16,7
Sardegna 15,3 2.463 15,6
Molise 15,0 452 15,2
Umbria 14,0 1.434 14,3
Abruzzo 13,5 2.035 13,7
Basilicata 13,5 778 13,7
Marche 13,0 2.495 13,2
Liguria 11,9 2.632 12,1
Toscana 11,7 6.330 11,9
Lazio 11,0 10.367 11,2
Piemonte 10,2 6.199 10,4
Valle d’Aosta 10,1 226 10,3
Emilia Romagna 9,6 7.160 9,7
Veneto 9,4 7.170 9,6
Friuli Venezia Giulia 9,2 1.620 9,3
Prov. Aut. Trento 8,9 873 9,0
Lombardia 8,0 15.186 8,2
Prov. Aut. Bolzano 7,7 952 7,8
ITALIA 11,2 92.916 11,4
Nord Ovest 8,8 24.244 9,0
Nord Est 9,3 17.776 9,5
Centro 11,6 20.626 11,8
Mezzogiorno 16,5 30.270 16,8

Perché non c’è contrasto all’evasione

Le situazioni sono tante e diverse, ma in generale è difficile pensare che ci siano sindaci totalmente disinteressati. Anche perché segnalare l’evasione vuol dire anche incassare e avere più fondi. In molti casi ci sono errori nella presentazione dei dati o vengono superati i tempi massimi in cui è possibile farlo.

In altri ancora il problema è che i comuni non dispongono di personale formato e qualificato a svolgere un’attività di tipo investigativo sull’evasione fiscale. In teoria i dipendenti devono partecipare ad attività formative e mirate, ma in molti casi questo tipo di attività non viene frequentato o non viene attivato. Così molti comuni, con organici all’osso e poco preparati sull’evasione, si ritrovano a non segnalare i casi di evasione, abuso edilizio e lavoro in nero.

Ma tra le cause dell’inerzia dei comuni non c’è soltanto la difficoltà di amministrare. Manca anche il coraggio politico, tra il timore di conflitti con i cittadini e una generale impopolarità. Quindi, se è vero che molti comuni non dispongono del personale o di personale preparato, l’altra ipotesi da non scartare è che evasori e/o abusivi siano parte dell’elettorato locale. Ignorandoli, o permettendo che continuino a operare in situazioni irregolari, si consolida anche il potere locale.

Edifici abusivi: chi fa peggio

L’abusivismo edilizio in Italia è a livelli allarmanti secondo gli ultimi dati riportati dall’Istat. Anche se si è verificato un leggero calo, ci sono regioni dove si è raggiunto il picco massimo, come in Basilicata e in Calabria, dove oltre la metà degli edifici (54,1%) è abusivo.

Seguono:

Come fa notare il report, non si tratta di seconde case o case destinate ad affitti turistici, ma di interi quartieri o parti di città edificati senza seguire norme urbanistiche. In molti casi, viene giustificato come una necessità per dare risposta alle tensioni abitative che interessano soprattutto le periferie delle grandi città.

Le regioni dove l’abusivismo è meno presente sono invece:

Esercito di invisibili: lavoratori in nero

C’è poi la questione del lavoro in nero. In Italia, secondo i dati Istat, sono irregolari quasi 2,5 milioni di lavoratori, di cui 932.000 sono concentrati nel Mezzogiorno (37,5% del totale). Si tratta di un vero e proprio “esercito di invisibili”, come scrive il report della Cgia, che lavorano nei campi, nei cantieri o nelle case per pochi euro all’ora e senza copertura assicurativa e previdenziale.

La regione con il tasso di irregolarità più alto è la Calabria, con il 17%, a cui seguono la Campania con il 14,2%, la Sicilia con il 13,7% e la Puglia con il 12,6%. Questo al netto di un dato medio nazionale pari al 9,7%.

Si tratta ancora una volta delle stesse regioni colpite da abusivismo ed evasione. Se solo una parte di queste irregolarità fosse stata segnalata in maniera adeguata al Fisco, i sindaci, e quindi i comuni, avrebbero avuto più risorse per servizi, attività e per alleggerire le tasse locali.

Per questo l’omissione dei dati, fatta in maniera voluta o per carenza di personale adeguato, finisce comunque per pesare su tutte e tutti.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963