Le città italiane si stanno surriscaldando sempre di più. A rivelarlo è un nuovo studio dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaboravione con Ispra, che ha analizzato l’effetto isola di calore superficiale (Suhi) nei 20 capoluoghi regionali tra il 2013 e il 2023. I risultati sono chiari: la temperatura delle superfici urbane continua ad aumentare rispetto a quella delle aree rurali, con implicazioni dirette per la salute, il consumo energetico e la qualità della vita.
Indice
Cos’è un’isola di calore urbana
Il fenomeno dell’isola di calore urbana si verifica quando le temperature registrate all’interno delle città risultano più alte rispetto a quelle delle campagne circostanti.
Questo accade per via della presenza di materiali come asfalto e cemento, che assorbono più calore, della scarsa vegetazione e della densità edilizia che ostacola la ventilazione naturale. La ricerca del Cnr si sofferma però sulle Suhi, le Surface urban heat island, misurando le temperature registrate al suolo e non nell’aria.
Lo studio ha utilizzato dati satellitari per calcolare la temperatura media delle superfici (Lst) durante l’estate. È stato adottato un doppio approccio metodologico, incrociando dati terrestri Landsat con analisi spaziali Gis (mappe digitali, dati ambientali e demografici) per verificare la consistenza dei risultati.
Quali sono le città più calde
Il fenomeno Suhi è presente in tutte le città analizzate, ma con intensità diverse.
Mostrano picchi di temperatura assoluta più elevati le città interne. Hanno temperature medie estive nel centro urbano (rilevate tra il 2013 e il 2023) più alte:
- Firenze, 44,1 °C;
- Bologna, 44,0 °C:
- Aosta, 43,7 °C.
Per quanto riguarda la Suhi, la differenza tra centro e aree rurali, è più marcata a:
- L’Aquila, 5,6 °C;
- Genova, 5,2 °C;
- Trieste, 4,8 °C.
Perché alcune città sono più calde
La variabilità tra le città è legata a diversi fattori:
- presenza di verde urbano – più vegetazione equivale a temperature più basse grazie all’ombreggiamento e all’evapotraspirazione;
- tipologia di superfici – asfalto, cemento e coperture nere trattengono più calore rispetto a materiali riflettenti o superfici naturali;
- densità edilizia – più edifici ravvicinati significano minore ventilazione e maggiore accumulo di calore;
- topografia e urbanizzazione – la conformazione del territorio influisce sulla ventilazione naturale e sulla dispersione del calore.
I picchi di calore si riflettono direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini dei capoluoghi italiani. Anzitutto con effetti diretti sulla salute, dato che i 5 °C in più rilevati rispetto alla campagna circostante possono essere particolarmente pericolosi per chi ha patologie croniche ed è esposto a colpi di calore, disidratazione e insonnia.
Più calore significa anche più climatizzatori accesi, con bollette salate e picchi di consumi che possono causare blackout importanti in interi quartieri.
A farne le spese è anche l’economia del territorio. Nei giorni di caldo estremo calano la produttività sul lavoro, le presenze nei negozi e l’attrattività per i turisti, che tendono a disdire tour guidati e prenotazioni in ristorante. In più asfalto e infratrutture si deteriorano più velocemente, rendendo necessari interventi di manutenzione più frequenti e costosi.
Come rendere le città vivibili
Lo studio propone alcune semplici soluzioni per rendere le città più vivibili:
- aumentare il verde urbano;
- riqualificare le superfici;
- pianificare l’urbanizzazione in chiave climatica;
- coinvolgere i cittadini.
Alberature, parchi, giardini verticali e tetti verdi possono ridurre la temperatura, specie se associati a materiali ad alta riflettanza, pavimentazioni drenanti e cool roof (tetti che riducono l’emissione di calore). Tutto deve essere però fatto integrando dati scientifiche nelle politiche urbanistiche locali, con strumenti come i Paesc, i Piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima.
Attraverso campagne di sensibilizzazione e incentivi per interventi di greening privato, come cortili verdi, carbon farming e orti urbani, anche i cittadini possono fare la propria parte, diventando parte della soluzione.
Effetto Isola di Calore Urbana | |
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🔥 Cos’è | Aree urbane più calde rispetto a quelle rurali per materiali |
🏙️ Cause | Scarsa vegetazione Materiali scuri e poco riflettenti Alta densità edilizia e poca ventilazione Barriere naturali attorno alla città |
⚠️ Effetti | Rischi per la salute Aumento dei consumi energetici Aumento dei costi di manutenzione Calo della produttività Calo dell’attrattività urbana |
🌳 Soluzioni | Più verde urbano Superfici riflettenti e drenanti Urbanistica climatica Coinvolgimento dei cittadini |