Affitto e condominio, per quanto tempo conservare ricevute e bonifici?

Quanto tempo conservare le spese di affitto e condominio per il Modello 730 e in altri casi specifici per evitare problemi e tutelarsi

Pubblicato: 11 Giugno 2025 08:51

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

La vita quotidiana è talmente frenetica che spesso si sottovaluta l’importanza di conservare le ricevute della spese di condominio e quelle dell’affitto. Entrambe potrebbero infatti servire in caso di malintesi con il proprietario di casa o semplicemente qualora vi fosse una verifica a sorpresa da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se non si dispone della dovuta documentazione, infatti, dimostrare di aver effettuato i dovuti pagamenti potrebbe diventare davvero un’impresa con il rischio di dover sborsare delle somme già versate o affrontare delle lunghe dispute fiscali. Quali sono dunque i documenti da conservare e per quanto tempo si dovrebbero custodire gelosamente se si presenta il Modello 730 o in altri casi?

Come certificare le spese di affitto

Le spese per l’affitto sono i corrispettivi che gli inquilini pagano periodicamente per fruire dell’immobile. È importante documentare ogni pagamento che si effettua mediante:

Ricordiamo che la ricevuta del pagamento dell’affitto è obbligatoria se il pagamento avviene in contanti perché non c’è una forma di tracciamento. Essa serve a certificare che l’inquilino ha effettuato il pagamento ed è una prova di tutela legale per quest’ultimo nel caso di contestazione o di richiesta di un duplice pagamento. Tale documento deve contenere:

Cosa si intende per spese condominiali

Sarà capitato a tutti di dover sostenere delle spese condominiali ovvero per la manutenzione, la gestione e il funzionamento delle parti comuni dell’edificio nel quale si vive. Non tutti sanno, però, che esse si dividono in vari gruppi. Ci sono le ordinarie per:

Le spese straordinarie sono invece quelle per:

Tali spese vengono ripartite tra tutti i condomini in base ai millesimi della proprietà salvo l’adozione di criteri diversi decisi dall’assemblea condominiale.

Spese affitto nel 730 come funzionano?

Il Modello 730 e il Modello Redditi PF si fanno solitamente se si vive in affitto e si vuole ottenere uno sconto sulle tasse che viene chiamato detrazione fiscale. Tale agevolazione, però, si può chiedere soltanto per l’immobile nel quale si ha la residenza e quindi per l’abitazione principale.

Si può ottenere uno sconto sull’affitto:

Inquilino a basso reddito

Nel primo caso spetta una detrazione uguale a:

Canone concordato

Nel secondo caso, spetta la seguente detrazione fiscale:

Giovani inquilini

Lo sconto sull’affitto spetta anche ai giovani inquilini tra i 20 e i 31 anni con un reddito annuo non superiore ai 15.493, 71 euro. Esso viene applicato anche per una sola parte dell’appartamento purché l’inquilino abbia la residenza in quell’immobile.

In questo caso la detrazione spetta per i primi 4 anni del contratto ed è uguale a 991,60 euro. Nel caso invece il 20% del canone sia superiore a 991,60 euro, l’inquilino avrà la possibilità di portare in detrazione quel 20% di canone fino a un massimo di 2.000 euro.

Studenti universitari

C’è infine il caso degli studenti universitari che frequentano l’università in un comune diverso da quello in cui hanno la residenza.

In questo caso, costoro hanno diritto a una detrazione del 19% calcolabile su un importo non superiore a 2.633 euro. Gli studenti, però, devono fittare casa nello stesso comune o in uno limitrofo all’università che frequentano.

Per quanto tempo conservare le spese d’affitto

I documenti inerenti all’affitto che si dovranno conservare sono come detto:

Nel caso si faccia la dichiarazione dei redditi, la documentazione si dovrà conservare per almeno 5 anni dal termine di presentazione. Sarebbe però preferibile conservarla per 10 anni in caso di eventuali controversie con il proprietario.

Per quanto tempo conservare le spese condominiali

È possibile ottenere uno sconto sulla tasse se vengono effettuati dei lavori di ristrutturazione nelle aree comuni dell’edificio come il cortile, le scale, il tetto o le facciate.

Dal 1° gennaio 2025 la detrazione ammonta al 36%, con un tetto massimo di 48.000 euro per appartamento.

La detrazione spetta a ogni condomino in base alla quota millesimale ma solo se ha pagato la sua parte entro i tempi previsti dalla dichiarazione dei redditi. L’amministratore del condominio rilascia infatti una certificazione nella quale si evince qual è il totale della spesa e la quota che spetta a ogni singolo condomino.

Nel caso in cui non ci fosse un amministratore perché ci sono massimo 8 appartamenti nello stabile, si potrà comunque ricevere la detrazione. Servirà però il bonifico parlante, l’autocertificazione che attesta i lavori eseguiti e i dati catastali. Nella dichiarazione andrà poi inserito il codice fiscale del condominio che ha eseguito il bonifico. Tutta la documentazione inerente a tali lavori si dovrà conservare gelosamente.

I documenti inerenti alle spese ordinarie si dovrebbero conservare per almeno 5 anni mentre quelli riguardanti le spese straordinarie, che danno accesso ai bonus casa, per almeno 10 anni.

Tutta la documentazione su citata andrebbe custodita per:

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