Caro ombrelloni, le spiagge più care nel 2025: chiesti fino a 1.500 euro

Estate 2025 all'insegna dei rincari, fino a 1.500 euro per una giornata negli stabilimenti balneari di lusso: ecco svelate quelle che sono le spiagge più care in Italia

Pubblicato: 15 Giugno 2025 07:00

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Nelle spiagge italiane, vacanzieri e turisti dovranno fare i conti con il cosiddetto fenomeno del “caro ombrelloni” che – puntuale ogni anno – torna a far crescere la spesa di chi vuole trascorrere una giornata al mare.

Il Codacons ha pubblicato un’analisi delle tariffe degli stabilimenti balneari in Italia, che nelle località vip raggiunge livelli da capogiro. In alcuni lidi esclusivi, infatti, si arriva a pagare fino a 1.500 euro al giorno per una tenda fronte mare. Ma cosa si cela dietro queste cifre e quali sono le dinamiche che determinano prezzi tanto elevati?

Le spiagge più care in Italia

A dominare la classifica dei lidi più costosi d’Italia nel 2025 è ancora una volta la Versilia, e in particolare il celebre Twiga Beach Club, dove per la “tenda imperiale” si arriva a spendere 1.500 euro al giorno durante il mese di agosto. Il prezzo comprende una postazione vista mare con quattro letti, quattro lettini, quattro sdraio, tre sedie, un tavolo e la possibilità di accogliere fino a dieci persone. Una cifra che, a conti fatti, può scendere a 150 euro a testa, ma che comunque resta proibitiva per gran parte delle famiglie italiane.

Un’altra spiaggia iconica della Versilia, quella dell’Augustus Hotel a Forte dei Marmi, richiede 560 euro al giorno per una postazione fronte mare che offre due lettini singoli, un matrimoniale, due sdraio, teli e cassaforte.

Spostandosi verso sud, in Costa Smeralda, il Nikki Beach propone formule “all inclusive”: 550 euro al giorno per un letto matrimoniale da spiaggia con divano, ombrellone e 230 euro di credito da utilizzare sul menù (anche se con limitazioni sul servizio bottiglia). Chi opta per la cabina spende 450 euro, mentre per due semplici lettini e ombrellone il costo si attesta sui 400 euro, sempre con credito incluso.

Neanche la laguna di Venezia è esente da queste dinamiche. Presso l’Hotel Excelsior al Lido, una giornata in una capanna di prima fila costa 515 euro, con servizi che includono sdraio, lettino con materasso, tavolo e sedie, oltre a benefit vari.

Nel Salento, località amatissima dal turismo nazionale e internazionale, la spiaggia del Cinque Vele Beach Club di Pescoluse propone una formula “exclusive” a 470 euro al giorno, con possibilità di rimborso se la prenotazione viene cancellata entro 30 giorni.

Questi numeri non sono casi isolati, ma segnano una tendenza crescente: la creazione di veri e propri “pacchetti esperienziali di lusso” applicati alla balneazione, dove il costo non riguarda solo il posto fisico, ma l’intero contesto.

I prezzi “standard” restano, ma variano

Per chi non cerca il lusso ma vuole comunque godersi una giornata in spiaggia attrezzata, le cose sono più contenute, ma non sempre economiche. In media, per affittare un ombrellone con due lettini in uno stabilimento “normale” durante il weekend, si spendono tra i 32 e i 35 euro al giorno, un valore stabile rispetto al 2024. Tuttavia, le differenze territoriali restano marcate: a Sabaudia si può arrivare a 45 euro al giorno, mentre a Gallipoli i prezzi salgono fino a 90 euro. In alcune località della Sardegna, invece si toccano punte di 120 euro.

Alcuni operatori hanno lasciato inalterati i prezzi rispetto allo scorso anno, altri li hanno ritoccati con aumenti fino al +5%. Ma la vera impennata si registra nei servizi accessori: gelati, bibite, noleggio pedalò e kayak, aperitivi in spiaggia. È lì che i gestori cercano margini più ampi, trasformando la spiaggia in un’estensione del bar o del lounge.

Impatti economici e sociali: il mare non è più per tutti?

Il rischio evidente di questa tendenza è quello di una segmentazione turistica: da una parte, spiagge di lusso che si rivolgono a un pubblico con alto potere d’acquisto, dall’altra cittadini che devono fare i conti con l’inflazione, i rincari e stipendi che non tengono il passo.

Non va dimenticato che l’Italia vanta oltre 7.500 chilometri di costa, ma in molte località la porzione di spiaggia libera si è ridotta sensibilmente negli ultimi anni, rendendo quasi obbligatorio il ricorso agli stabilimenti per chi vuole un minimo di comfort. Le conseguenze sono sia economiche che culturali: il mare, da bene comune, rischia di diventare un prodotto di lusso.

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