Nel 2025 gli Stati Uniti sono l’unica economia tra 184 paesi monitorati dal World Travel & Tourism Council (WTTC) a registrare un calo nella spesa dei turisti internazionali. Secondo l’ultimo Economic Impact Report pubblicato a maggio dal WTTC, la spesa dei viaggiatori stranieri negli USA quest’anno si fermerà a 169 miliardi di dollari, contro i 181 miliardi del 2024, segnando una perdita netta di 12,5 miliardi di dollari, che pesa sull’intero settore turistico e sull’economia statunitense nel suo complesso.
Una caduta che non è frutto del caso né di una mancanza di domanda. Il turismo globale, infatti, è in piena ripresa post-pandemia, e molti paesi stanno già superando i livelli del 2019. Il problema, secondo l’analisi del WTTC, è il clima ostile generato dalle scelte restrittive del governo Trump, tornato alla guida del Paese con una linea dura che oggi, con il recente attacco all’Iran, rischia di affossare definitivamente la fiducia dei viaggiatori stranieri verso gli Stati Uniti.
Meno turisti negli Stati Uniti, i numeri a confronto
Quando il WTTC ha pubblicato il suo report, a maggio 2025, la situazione era già allarmante. Le cifre parlano chiaro: le entrate da turismo internazionale sono crollate del 22,5% rispetto al picco pre-pandemico e il flusso di viaggiatori in ingresso ha mostrato un netto declino da tutti i mercati chiave.
Secondo i dati, queste sono le perdite per Paese:
- -15% dal Regno Unito;
- -28% dalla Germania;
- -15% dalla Corea del Sud;
- tra -24% e -33% da Spagna, Colombia, Irlanda, Ecuador e Repubblica Dominicana;
- oltre -20% dal Canada, tradizionalmente uno dei principali mercati per gli Usa.
Si tratta di un calo strutturale, non più spiegabile con restrizioni sanitarie, ma riconducibile a politiche migratorie sempre più rigide, attese ai consolati sempre più lunghe, visti più difficili da ottenere e un’immagine internazionale percepita come ostile che, dopo l’escalation in Iran, rischia di peggiorare.
Quanto sta perdendo l’America
Il turismo rappresenta un asset strategico per l’economia americana:
- 2.600 miliardi di dollari di contributo complessivo nel 2024;
- oltre 20 milioni di posti di lavoro;
- 585 miliardi di dollari in entrate fiscali, quasi il 7% del gettito totale.
Eppure, oggi, il Paese sta progressivamente perdendo il suo ruolo di destinazione globale di riferimento.
Se finora la discesa è stata lenta ma costante, l’attacco militare all’Iran da parte degli Stati Uniti potrebbe rappresentare un punto di rottura definitivo.
L’azione militare, seppur giustificata da Donald Trump come “preventiva” e “mirata”, ha generato forti tensioni internazionali e un diffuso senso di instabilità, elementi che pesano come macigni sulla percezione di sicurezza da parte dei viaggiatori.
Nel 2019, gli Stati Uniti avevano incassato 217 miliardi di dollari dal turismo internazionale ma, proprio per i motivi sopra elencati, quella cifra appare sempre più lontana.
Il dato più preoccupante è che, a fronte di un aumento delle partenze degli americani verso l’estero, il numero di arrivi dall’estero continua a calare, generando un saldo negativo del turismo internazionale.
Oggi, con un conflitto militare aperto in Medio Oriente, i timori sulla sicurezza aumentano. Anche i viaggiatori business potrebbero ridurre le trasferte, preferendo destinazioni più neutre, più sicure, o semplicemente più accoglienti.
Il crollo dei flussi turistici internazionali verso gli Stati Uniti non è un semplice problema di settore, ma un sintomo di un cambiamento più profondo.