Importiamo di più da Usa e Cina e crolla l’export dell’energia

I dati Istat segnalano una frenata nei flussi commerciali con i Paesi extra Ue, trainata dalla contrazione di energia e beni strumentali. Per quanto riguarda l'export, il dato è -3,5% su aprile e -5,2% su base annua

Pubblicato: 30 Giugno 2025 14:09

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’Istat certifica il rallentamento del commercio extra Ue nel mese di maggio 2025.

Per quanto riguarda gli scambi commerciali, sia l’export che l’import, con i Paesi extra Ue27, si registra una flessione congiunturale, rispettivamente del -3,5% e del -7,6%.

Sul calo dell’export pesa l’energia

Il calo più marcato delle importazioni riflette una contrazione diffusa in tutti i raggruppamenti merceologici, in particolare nei beni di consumo durevoli (-11,7%) e non durevoli (-11,5%) oltre che nell’energia (-9,8%).

La flessione dell’export su base mensile è legata soprattutto alla forte diminuzione delle vendite di prodotti energetici (-27,6%), beni intermedi (-6%) e strumentali (-3,7%). Tengono, seppur in lieve crescita, le esportazioni di beni di consumo non durevoli (+0,6%).

Su base trimestrale (marzo-maggio 2025), l’export cala dell’1%, penalizzato ancora una volta dal comparto energetico (-24,7%). L’unico segnale positivo arriva dai beni di consumo non durevoli, in crescita del +3,1%.

Saldo commerciale positivo ma in riduzione

Nel confronto tendenziale annuo, l’export verso i Paesi extra Ue arretra del -5,2% (era -1,4% ad aprile). La contrazione riguarda quasi tutti i comparti, con l’energia che registra un crollo del -35,3%. In controtendenza i beni di consumo non durevoli, in crescita del +6,8%.

Il saldo commerciale di maggio 2025 resta positivo (+5,256 miliardi di euro), ma in calo rispetto ai 5,906 miliardi dello stesso mese del 2024. Il deficit energetico si attenua leggermente, mentre l’avanzo dei prodotti non energetici scende a 8,960 miliardi (contro i 9,977 di un anno prima).

Qui di seguito i principali partner commerciali Extra Ue27 a maggio 2025, i saldi commerciali sono espressi in milioni di euro:

Gli Usa, come è evidente, si confermano i primi partner commerciali per l’Italia fuori dall’Ue. Per questo i recenti tira e molla sui dazi di Trump hanno pesantemente agitato il sonno degli esponenti del governo e degli imprenditori. La nuova scadenza per l’escalation tariffaria è fissata al 9 luglio, ma l’Ue si dice fiduciosa di riuscire a raggiungere un accordo prima.

Quali Paesi trascinano il calo dell’export

Le esportazioni italiane verso Cina (-22,8%), Turchia (-22,7%) e Regno Unito (-9,6%) mostrano i cali più marcati su base annua. In crescita, invece, le vendite verso Svizzera (+9,2%), Paesi Asean, vale a dire l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, (+4,4%) e Stati Uniti (+2,5%).

Sul fronte delle importazioni, si evidenzia un netto aumento degli acquisti da Stati Uniti (+18,5%) e Cina (+11,4%). Tuttavia, le importazioni complessive risultano in calo del -3,6% tendenziale, trainate al ribasso da minori acquisti da Opec (-28,9%), Regno Unito (-18,8%) e India (-13,3%).

Di seguito le esportazioni, le importazioni e i saldi della bilancia commerciale con i paesi extra Ue27 relativamente ai dati destagionalizzati espressi in milioni di euro, con relative percentuali:

mag 2025 mag 25/apr 25 mar-mag 25 / dic 24-feb 25
Export +24.690 -3,5% -1%
Import +20.247 -7,6% -1,8%
Saldo +4.443

Qui sotto, invece, i dati grezzi sempre in milioni di euro con relative percentuali:

mag 2025 gen-mag 25 mag 25 / mag 24 gen-mag 25 /
gen-mag 24
Export +26.022 +127.660 -5,2% +0,5%
Import +20.766 +108.777 -3,6% +8,4%
Saldo +5.256 +18.883

La situazione nei primi cinque mesi del 2025

Nel periodo gennaio-maggio 2025, l’export italiano verso i Paesi extra Ue mostra una dinamica tendenziale moderatamente positiva (+0,5%, +1,3% al netto dell’energia). Più marcato l’incremento dell’import (+8,4%), che determina una riduzione dell’avanzo commerciale: +18,9 miliardi contro i +26,6 miliardi dei primi cinque mesi del 2024.

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