Le città più ricche d’Italia, Portofino in cima alla classifica

Per il secondo anno consecutivo, Portofino (provincia di Genova) si conferma il comune più ricco del territorio italiano. Tutte le città nelle prime posizioni sono del Nord

Pubblicato: 17 Aprile 2025 11:23

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Aumentano sia l’Irpef che il numero dei contribuenti, mentre cala il volume d’affari soggetto a Iva. È quello che emerge dai dati aggiornati sulle dichiarazioni Irpef e Iva relative all’anno d’imposta 2023, presentati ieri dal Ministero dell’Economia. La Lombardia si conferma al vertice per ricchezza, con un reddito medio di 29.120 euro, mentre la Calabria chiude la classifica con 18.230 euro.

Le prime città sono tutte del Nord

Guardando ai comuni più ricchi, il primo posto resta a Portofino. La cittadina ligure si conferma quella con il reddito medio più alto d’Italia, pari a 94.505 euro, in aumento rispetto ai 90.610 euro dell’anno precedente. Fino al 2022, con riferimento all’anno d’imposta 2021, il primato spettava a Lajatico, in provincia di Pisa, che si posiziona ora al secondo posto con un reddito medio di 61.980 euro, anch’esso in crescita rispetto ai 52.955 euro dell’anno scorso.

  1. Portofino: 94.505 euro;
  2. Lajatico: 61.980 euro;
  3. Basiglio: 50.807 euro;
  4. Solonghello: 47.801 euro;
  5. Cusago: 41.987 euro;
  6. Torre D’Isola: 40.682 euro;
  7. Segrate: 39.001 euro;
  8. Milano: 38.989 euro;
  9. Pino Torinese: 38.917 euro;
  10. Arese: 38.787 euro;
  11. Vezzi Portio: 38.610 euro;
  12. Courmayeur: 38.384 euro;
  13. Bogogno: 38.191 euro;
  14. Vedano Al Lambro: 38.038 euro;
  15. Padenghe Sul Garda: 37.633 euro.

A giudicare dai primi 15 posti, si può analizzare come sono tutti localizzati in regioni del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana settentrionale e Valle d’Aosta). Non compare alcun comune del Centro–Sud, a conferma del divario territoriale nella distribuzione dei redditi. La Lombardia domina la graduatoria, con molti di questi (Basiglio, Cusago, Segrate, Arese, Vedano al Lambro, Torre d’Isola e Padenghe sul Garda) sono o sobborghi residenziali ad alta redditività collegati all’area metropolitana di Milano, o località turistiche. Inoltre, gran parte dei piccoli comuni elencati vive soprattutto di turismo di lusso e seconda residenza, con redditi molto più elevati della media nazionale.

Tra le province, solo Milano supera i 30mila euro di reddito medio (32.480). Seguono Monza e Brianza (28.530 euro) e Bologna (29.060 euro). Le più “povere” sono Crotone (17.040 euro), Vibo Valentia e Agrigento (17.200 euro).

La classifica regionale

Guardando ai dati regionali invece, la disparità tra Nord e Sud si nota chiaramente:

I dati Irpef in Italia

Sul fronte dell’Irpef, i contribuenti superano quota 42,5 milioni, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2022. Il reddito complessivo dichiarato sfiora i 1.027,7 miliardi di euro, in crescita del 5,9%, per un valore medio pari a 24.830 euro. L’imposta netta dichiarata raggiunge i 189,9 miliardi di euro (+9%), mentre il 78,8% dei contribuenti beneficia di detrazioni.

Analizzando nel dettaglio le fonti di reddito, quelli da lavoro dipendente e da pensione costituiscono circa l’84% del totale dichiarato. Tuttavia, è il lavoro autonomo a registrare il reddito medio più alto, pari a 70.360 euro, contro i 23.290 euro dei lavoratori dipendenti e i 21.260 euro dei pensionati. Tutte le tipologie di reddito registrano un aumento nei valori medi:

Sul fronte delle addizionali regionali, l’erario ha incassato 15,2 miliardi di euro (+9,6%), con un’imposta media che varia dai 290 euro in Sardegna agli 810 nel Lazio. Anche il gettito delle addizionali comunali cresce del 9,1%, superando i 6,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’Iva, i contribuenti sono 4,17 milioni, con un volume d’affari dichiarato che supera i 4.737 miliardi di euro, in calo del 2,7%. In controtendenza, l’ammontare dell’imposta aumenta del 9,4%, toccando i 157 miliardi.

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