La Procura di Milano ha avviato un’indagine per corruzione, falso ideologico e turbativa d’asta in relazione a una serie di lavori edilizi svolti in diverse carceri lombarde. Al centro dell’inchiesta un ingegnere, funzionario del Provveditorato regionale per la Lombardia (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), che ricopriva i ruoli di progettista e direttore dei lavori.
Indice
Le accuse: appalti pilotati e affidamenti diretti
Secondo quanto emerso dalle indagini, il funzionario avrebbe manipolato le gare d’appalto, favorendo alcune imprese in cambio di regali. Le operazioni si sarebbero svolte in modo sistematico, ricorrendo a procedure semplificate e ad affidamenti diretti, eludendo di fatto la concorrenza tra le aziende.
Gravi le accuse, come già detto: turbata libertà degli incanti, corruzione, falso ideologico nella gestione delle pratiche.
Le carceri lombarde coinvolte
I lavori al centro dell’inchiesta riguardano numerosi istituti penitenziari lombardi – San Vittore e Opera a Milano, oltre alle carceri di Brescia, Como e Pavia.
Gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno effettuato perquisizioni in varie città italiane, tra cui anche Messina e Novara, dove risiedono alcuni degli indagati.
Sono stati passati a setaccio gli uffici tecnici del Provveditorato regionale, oltre alle abitazioni dei tre soggetti sotto inchiesta, ovvero il funzionario ingegnere, il rappresentante legale di una società appaltatrice e il responsabile di alcuni lavori nel carcere di Como.
La segnalazione partita dal Provvedorato
A dare l’impulso all’indagine sarebbero state segnalazioni interne allo stesso Provveditorato regionale, che ha rilevato anomalie nella gestione degli appalti e ha informato l’autorità giudiziaria.
L’inchiesta è condotta dalle pm Giovanna Cavalleri e Giancarla Serafini.
Si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero estendersi anche ad altri contratti o soggetti coinvolti nel sistema degli appalti carcerari in Lombardia.