Spid irregolari e truffa del bonus cultura, via alle denunce

Le denunce di 70 diciottenni hanno portato alla scoperta di un giro di Spid irregolari paralleli attivati per sottrarre loro i 500 euro del bonus cultura: il danno economico ammonta a 400mila euro

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 12 Giugno 2025 10:31

Un gruppo di criminali avrebbe organizzato un’operazione per creare identità digitali parallele attraverso falsi provider, per poi utilizzarle per accaparrarsi il bonus cultura di numerosi diciottenni in tutta Italia. Le denunce arrivate alle autorità sono state circa 70 ma il danno economico per il ministero della Cultura ammonterebbe a oltre 400mila euro.

Il bonus cultura, anche chiamato bonus 18App, permette a chi compie 18 anni di spendere 500 euro per libri, dischi, corsi di lingua, biglietti di concerti, musei, mostre e spettacoli teatrali. I criminali erano però riusciti a trasformarlo in denaro contante.

Come funziona la truffa del bonus cultura

La truffa del bonus cultura rubato partiva dalla creazione di false identità digitali attraverso uno degli strumenti più utilizzati per il riconoscimento personale sui siti governativi, lo Spid. Per essere certificato, lo Spid necessita di una registration authority, un’istituzione privata convenzionata che garantisca l’autenticità del certificato e la sua corrispondenza con i documenti reali.

I criminali erano riusciti a creare un’istituzione di questo tipo, aggirando le regole, per poi rubare le identità di decine di diciottenni. Con le loro informazioni avevano quindi creato, prima che i ragazzi potessero farlo, uno Spid che di fatto era, per i siti del ministero della Cultura, del tutto legittimo e appartenente a un diciottenne italiano.

In realtà, come detto, si trattava di una truffa attraverso la quale il gruppo criminale è riuscito a sottrarre 400mila euro al ministero della Cultura.

Le denunce dei ragazzi

La portata del bonus cultura è però parzialmente limitata dal fatto che i fondi dedicati a questo sussidio possono essere spesi soltanto per prodotti e attività culturali, come libri, dischi, corsi di lingua, biglietti di concerti, musei, mostre e spettacoli teatrali. I criminali hanno però creato un sistema per aggirare anche questo ostacolo.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, la banda aveva anche in gestione alcuni esercizi commerciali che vendevano beni che possono essere acquistati attraverso il bonus cultura. Grazie a queste attività potevano utilizzare i bonus cultura rubati per finti acquisti, trasformandoli di fatto in contanti.

Ad accorgersi per primi di quanto stava accadendo sono stati proprio i ragazzi vittime dei furti di identità. Cercando di iscriversi a un servizio di identità digitale, i diciottenni ricevevano una notifica che li avvisava che il loro nome era già legato a un account Spid, di cui loro, però, non sapevano nulla.

Le indagini della polizia postale

Sono così cominciate le indagini della polizia postale, che hanno scoperto la truffa. A guidare l’indagine è stato il reparto di Firenze, che ha poi esteso l’operazione all’intero territorio nazionale. Gli Spid irregolari trovati sono stati più di 2.500, e circa 2.000 i bonus cultura emessi. Gli esercizi commerciali utilizzati per “riciclare” i voucher erano invece 7, tutti dislocati in diverse regioni italiane.

La polizia ha quindi denunciato alla Procura di Firenze 10 persone. Le accuse, a vario titolo, sono di frode informatica, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio dei proventi illecitamente recepiti.