Eurozona, il colpo di coda del petrolio impatterà su crescita e inflazione

Le nuove previsioni di Goldman Sachs hanno rivisto al rialzo le stime sul prezzo dell'energia con un impatto negativo atteso sulla crescita del PIL della Zona Euro

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Redazione

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Pubblicato: 23 Giugno 2025 15:08

L’aumento del prezzi di petrolio e gas non lascerà indenne l’economia europea, che soffrirà di una crescita più bassa e di un leggero aumento dell’inflazione rispetto alle previsioni formulate qualche tempo fa, con prezzi del petrolio e del gas che si prevedevano rispettivamente a 60 dollari al barile e 36 Mwh entro la fine dell’anno. E’ quanto rileva un daily report di Golman Sachs, che incorpora ora prezzi dell’energia più alti a causa del rischio geopolitico.

La crescita dei prezzi di giugno

Dall’inizio di giugno, le crescenti tensioni in Medio Oriente hanno fatto salire i prezzi dell’energia, in media del 15% rispetto alla media di aprile-maggio, anche se questi rimangono dell’8% al di sotto della media del primo trimestre. Il Brent ora si attesta intorno ai 77 dollari al barile, circa il 20% in più rispetto alla media di aprile-maggio, ma solo di poco superiore al livello del primo trimestre, riflettendo in gran parte un maggiore premio per il rischio geopolitico. La risposta dei prezzi del gas naturale alle tensioni geopolitiche è stata per ora più contenuta. Il TTF è salito a 39 euro/MWh, ovvero il 10% in più rispetto alla media di aprile-maggio, ma comunque ben al di sotto dei livelli osservati nel primo trimestre.

Le implicazioni sulla crescita dell’Eurozona

Alla luce delle nuove prospettive del prezzo dell’energia, Goldman Sachs ha valutato le potenziali implicazioni per le prospettive di crescita dell’Area Euro, ipotizzando che che le variazioni dei prezzi dell’energia osservate finora dovrebbero ridurre di 0,1-0,2 punti percentuali la crescita dell’Eurozona nel prossimo anno, trasformando l’impulso dei prezzi dell’energia sull’attività europea da leggermente positivo a leggermente negativo. Gli economisti della banca d’affari americana prevedono poi altri due scenari, con implicazioni diverse sulla crescita. Un secondo scenario etichettato con “prezzi al rialzo” vedrebbe il Brent salire a 90 dollari al barile on un effetto di  ulteriore freno alla crescita di 0,1 punti percentuali. Un ultimo e peggiore senario battezzato “fortemente al rialzo” vedrebbe un cospicuo aumento del prezzo del petrolio in risposta a possibili interruzioni nello Stretto di Hormuz, con un impatto negativo atteso di 0,4 punti percentuali sulla crescita europea.

L’effetto sull’inflazione

Le variazioni dei prezzi dell’energia osservate finora, stando alle previsioni di Goldman, dovrebbero aumentare l’inflazione complessiva su base annua di circa 0,4 punti percentuali nel prossimo anno. Negli altri due scenari di prezzi “al rialzo” e “fortemente al rialzo”, si prevede che i prezzi dell’energia aggiungeranno rispettivamente ulteriori 0,4 e 1,8 punti percentuali all’inflazione complessiva nel prossimo anno. Quanto all’inflazione di fondo, la banca d’affari per ora ha solo rivisto  leggermente  al rialzo le previsioni, mentre stima che prezzi dell’energia più elevati potrebbero aggiungere 0,1 e 0,2 punti percentuali all’inflazione di fondo rispettivamente negli scenari “al rialzo” e “fortemente al rialzo” delle quotazioni energetiche.