Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno determinato il sentiment di mercato, soprattutto nella seconda parte della settimana. La prima parte era stata invece caratterizzata dalla cautela in attesa della conclusione delle trattative tra Cina e Stati Uniti che hanno raggiunto un accordo quadro che aperto una tregua nella guerra commerciale in corso. La forte incertezza sul piano geopolitico ha determinato da un lato un aumento del prezzo del petrolio, balzato oggi sopra i 70 dollari al barile sia per quanto riguarda il Wti che il Brent e cresciuto di circa il 10% nell’ultima settimana, dall’altro una spinta al rialzo per i beni rifugio, oro in primis. I lingotti oggi hanno toccato il nuovo massimo degli ultimi due mesi, stabilizzandosi sopra i 3.400 dollari l’oncia.
Il quadro macroeconomico
In settimana sono arrivate alcune indicazioni sullo stato di salute dell’industria europea. Secondo quanto riportato dall’Istituto di Statistica dell’Unione Europea (Eurostat), l’output ha registrato un forte calo del 2,4% su base mensile rispetto al +2,4% di marzo. Il dato è anche peggiore delle aspettative del mercato che si attendevano, più contenuta, una discesa dell’1,6%. Su base annua la produzione è salita dello 0,8% dopo il +3,7% rivisto di marzo, inferiore alle stime degli analisti che indicavano un aumento dell’1,4%. Leggermente migliore la situazione in Italia, dove l’Istat ha stimato che l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1% rispetto a marzo. Al netto degli effetti di calendario, ad aprile 2025 l’indice generale è aumentato in termini tendenziali dello 0,3%.
La seduta odierna
Quella odierna è stata una seduta negativa sia per la borsa di Milano che per le altre Borse europee. Tra i maggiori listini europei, scivola Francoforte, con un netto svantaggio dell’1,07%, pensosa Londra, con un calo frazionale dello 0,39%, e in rosso Parigi, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,04%. Giornata “no” per la Borsa italiana, in flessione dell’1,28% sul FTSE MIB: il principale indice della Borsa di Milano prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata lunedì scorso, di cinque ribassi consecutivi; sulla stessa linea, giornata negativa per il FTSE Italia All-Share, che archivia la seduta a 41.877 punti, in calo dell’1,28%. In rosso il FTSE Italia Mid Cap (-1,28%); sulla stessa tendenza, pessimo il FTSE Italia Star (-1,66%).
In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Italgas (+1,09%), ENI (+1,04%) e A2A (+0,90%). I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Nexi, che ha archiviato la seduta a -4,93%.
I titoli della settimana
La performance migliore della settimana tra i principali titoli di Piazza Affari è stata di gran lunga quella di Eni che ha cavalcato l’aumento del prezzo del petrolio innescato dalla crisi in Medio Oriente. Bene anche gli altri titoli del settore energetico: tra questi hanno spiccato Italgas e A2A.
I guadagni dell’ultima seduta non sono bastati invece a Leonardo per salvare una settimana profondamente negativa con il titolo che ha perso complessivamente il 10,48% e risultando quindi il peggiore del FTSE Mib. Secondo Bloomberg il consorzio sostenuto da Leonardo starebbe subendo pressioni politiche per aumentare la propria offerta per l’unità difesa di Iveco Group NV: l’unico partecipante italiano nella gara ha presentato l’offerta più bassa durante il primo round.