Immobiliare: giù con il resto del mercato a colpi di dazi

Riflettori su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare, partendo dalle aziende quotate a Piazza Affari e dai dati di settore

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Redazione

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Pubblicato: 15 Marzo 2025 09:00

Si chiude una settimana all’insegna delle vendite per i titoli del comparto immobiliare, quotati a Piazza Affari e, in Europa, sulle preoccupazioni per gli effetti che la politica commerciale dei dazi statunitensi potrà avere sull’economia globale.

Il focus degli investitori resta concentrato sulle banche centrali, in particolare, sul meeting della Federal Reserve, in calendario la prossima settimana, con i dati sull’inflazione negli Stati Uniti che hanno rafforzato la tesi di un prossimo allentamento della politica monetaria da parte della banca centrale americana. Tuttavia, gli addetti ai lavori restano convinti che la Fed non taglierà i tassi, durante il meeting di metà marzo, in attesa di capire l’impatto delle politiche sui dazi.

Anche dall’altra parte dell’oceano, in questo contesto di incertezza geopolitica ed economica, la BCE rimane cauta, manifestando una certa riluttanza a ricorrere a tagli più drastici nel breve termine.

L’andamento del settore in Borsa

Il settore immobiliare sulla piazza milanese ha vissuto una settimana decisamente negativa, con l’indice FTSE Italia All Share Real Estate che porta a casa una discesa di oltre 6 punti percentuali, facendo peggio del comparto, a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate in flessione del 2% circa.

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, Abitare IN crolla del 25% mentre Risanamento limita il calo al 14% circa. Perdono il 6% le azioni IGD e Aedes. Giù del 4,5% Next RE e Gabetti. In netta controtendenza Brioschi che balza del 5%.

I dati macroeconomici

Sul fronte macroeconomico, in USA sono ancora in aumento le richieste di mutui settimanali. Nella settimana al 7 marzo 2025, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un incremento dell’11,2%, dopo l’incremento del 20,4% della settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è aumentato del 16,2%, mentre quello relativo alle nuove domande è salito del 6,9%. La Mortgage Bankers Associations (MBA) ha indicato che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 6,67% dai 6,73% precedenti.

Studi di settore

Continuano a limarsi i tassi bancari sui nuovi mutui alle famiglie in Italia, mentre diminuiscono anche i tassi sui prestiti alle imprese. La dinamica complessiva del credito risulta quasi stabile, con aumenti per le famiglie mentre prosegue, pur smorzandosi, il calo dei prestiti alle imprese. È la fotografia scattata dall’ultima indagine “Banche e moneta”, pubblicata dalla Banca d’Italia. A gennaio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, o Taeg) si sono collocati al 3,50 per cento, dal 3,55 per cento su dicembre. Invece il tasso medio sulle nuove erogazioni di credito al consumo e’ salito al 10,50 per cento, dal 10,09 per cento nel mese precedente. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle societa’ non finanziarie sono stati pari al 4,15 per cento, riporta ancora Bankitalia, dal 4,40 nel mese precedente. I tassi passivi, sul complesso dei depositi in essere, sono stati pari allo 0,85 per cento, dallo 0,89 nel mese precedente.

Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa il 19,4% delle compravendite immobiliari, nella prima parte del 2024, è stato realizzato per investimento, un dato non lontano da quello registrato un anno fa 19,6%. A livello nazionale i rendimenti annui da locazione restano interessanti: per un bilocale di 65 mq nelle grandi città italiane si registra un rendimento pari al 5,6%, le metropoli che hanno i rendimenti maggiori sono: Genova con 7%, Palermo con 6,9%, Verona con 6,5%.