Criptovalute a rischio crac, l’allarme di Savona e Giorgetti

Secondo il capo di Consob Paolo Savona, la bolla delle criptovalute sarebbe a un passo dall'esplodere come il crac del 2008 causato da mutui subprime e derivati. Il ministro Giorgetti si associa all'allarme

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 21 Giugno 2025 15:23

Le criptovalute agitano i sonni di Paolo Savona: nel suo ultimo discorso annuale al mercato finanziario, il presidente della Consob ha messo in guardia contro i pericolo delle crypto.

Savona ha parlato di una vera e propria “faglia tellurica”, pericolosissima, che attraversa il territorio monetario e finanziario tradizionale. E alle preoccupazioni si associa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che parla di pericoli “subdoli”.

Paolo Savona spara sulle criptovalute

Le criptovalute, secondo il presidente della Consob, alimentano l’illusione di facili guadagni, paragonati al “Campo dei miracoli” del Pinocchio di Collodi, dove il Gatto e la Volpe invitavano il burattino a seminare le sue cinque monete per raccoglierne poi molte di più.

Il controllo sulle criptovalute, ha sostenuto Savona,

“non può essere affidato alla cura degli interessi privati organizzati o regolandone i relativi servizi con decisioni insufficienti, ma necessita di una cosciente cooperazione tra Stati”.

Anche perché gli scambi delle crypto sfuggendo ai controlli tradizionali su base territoriale e si prestano ad essere moneta nelle transazioni criminali.

Ma secondo il numero uno di Consob, questa cooperazione sta diventando sempre più difficile a causa dei provvedimenti adottati da Donald Trump che bloccano la nascita del dollaro digitale, e cioè impedendo che gli Stati Uniti sviluppino una valuta digitale ufficiale della banca centrale, simile a progetti già in corso in Ue o Cina. Al contempo, gli Usa promuovono il Bitcoin e altre criptovalute come potenziali valute di riserva alternative o parallele al dollaro. In altre parole, gli Usa non vogliono creare una propria valuta digitale centralizzata, ma vogliono legittimare e cavalcare criptovalute già esistenti, candidandosi a essere il principale hub mondiale di questi strumenti. E questo contribuisce a rendere difficoltosi i controlli centralizzati.

Le crypto e la crisi del 2008

Poi il tetro parallelo tra l’attuale espansione delle criptovalute e la crisi finanziaria che funestò i mercati globali nel 2008 e che fu causata dalla cattiva gestione dei mutui subprime e dai derivati:

“Non può sfuggire l’analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato”.

Secondo il capo di Consob, l’Unione europea dovrebbe trasformare l’euro in una moneta “as good as gold al fine di contrastare l’identificazione tra l’oro e le cryptovalute. Al centro delle critiche, anche l’assenza di informazioni da parte della Banca centrale europea sulle proprie strategie in materia.

I pericoli delle criptovalute secondo Giorgetti

Fa eco alle preoccupazioni di Savona, la posizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in occasione del 251° anniversario della Guardia di finanza ha definito le criptovalute “una minaccia subdola”, alla stregua dell’evasione fiscale, del riciclaggio e delle frodi internazionali. Sono “capaci di minare le fondamenta di uno Stato”, ha dichiarato sottolineando la necessità di un contrasto attivo a questi fenomeni da parte delle forze dell’ordine e degli organismi di controllo.

Un’identità di vedute, quella fra Paolo Savona e Giancarlo Giorgetti, che ricompone almeno in parte le dure divergenze relative al caso Unicredit/Banco Bpm: allora Savona minacciò di lasciare Consob.