Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, mantiene il punto sull’orientamento a non ridurre, per il momento, i tassi di interesse. Una decisione che non è stata scalfita dalle continue pressioni da parte della Casa Bianca. La linea è quella di attendere per valutare l’impatto dei dazi sull’economia, prima di prendere in considerazione qualsiasi aggiustamento.
La strategia di Powell
Una linea, quella di Powell, ribadita durante la prima giornata dell’audizione semestrale al Congresso Usa. Per il presidente della Federal Reserve è necessario attendere per vedere cosa accadrà nel corso dell’estate quando si materializzeranno gli effetti dei dazi commerciali sull’inflazione. Finora – secondo l’analisi di Powell – il commercio ha venduto quello che aveva già in magazzino prima che scattassero i dazi, per questo, ad oggi, l’impatto dei dazi è meno marcato del previsto. Dunque la strategia è “aspettare e vedere” con i tassi di interesse fermi a una forchetta, abbastanza elevata, del 4,25-4,50%.
Le accuse di Trump
La decisione di lasciare invariati i tassi di interesse, nei giorni scorsi, è stata attaccata con toni durissimi dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“È troppo tardi, Jerome Powell sta costando al nostro Paese centinaia di miliardi di dollari. È davvero una delle persone più stupide e distruttive nel governo, e il consiglio della Fed è complice. L’Europa ha effettuato 10 tagli, noi nessuno. Dovremmo essere più bassi di 2,5 punti e risparmiare miliardi su tutto il debito a breve termine di Biden. Abbiamo un’inflazione bassa! Troppo tardi è una vergogna americana!”
ha scritto Trump in un post sul suo social Truth.
E, ancora:
“Capisco perfettamente che le mie forti critiche nei suoi confronti gli rendano più difficile fare ciò che dovrebbe fare, abbassare i tassi, ma ho provato in tutti i modi. Sono stato gentile, sono stato neutrale e sono stato cattivo, e gentile e neutrale non hanno funzionato! È un idiota, e un palese odiatore di Trump. Non capisco perché il board non scavalchi questo idiota totale e completo! Forse, solo forse, dovrò cambiare idea sul suo licenziamento? Ma a prescindere, il suo mandato scade a breve!“.
La risposta del presidente della Fed
“Siamo focalizzati sull’unica cosa che vogliamo assicurare: una buona economia a beneficio degli americani. Tutto qua. Qualunque altra cosa è una distrazione. Ci focalizziamo sempre su questo. Tutto quello che facciamo è perché lo riteniamo la cosa giusta da fare e ne sopportiamo le conseguenze”
ha detto Powell, nel corso di una audizione al congresso Usa, rispondendo a una domanda sulle continue aspre critiche giunte da Trump nei suoi riguardi.
“Facciamo quello che riteniamo necessario, quando lo riteniamo necessario, senza entrare in considerazioni di natura politica”.
La Fed divisa: Trump apre una breccia nel Fomc
Sembra, tuttavia, che le pressioni di Trump abbiano aperto una breccia nel Fomc. Michelle Bowman, vicepresidente della Federal Reserve, ha dichiarato che potrebbe sostenere un taglio dei tassi già nella riunione del 29-30 luglio, se le pressioni inflazionistiche resteranno contenute.
“È tempo di considerare un aggiustamento del tasso” ha detto Bowman in un discorso a Praga, spiegando che l’inflazione si sta avvicinando all’obiettivo del 2% e che l’impatto dei dazi appare limitato. Bowman ha citato segnali di fragilità nel mercato del lavoro e ha avvertito che i rischi per l’occupazione “potrebbero presto diventare più rilevanti”.
Anche il governatore Waller si è detto aperto a un taglio.
Ma la posizione di Powell non cambia:
“Prima o poi arriveremo a un punto in cui taglieremo i tassi di interesse, ma non indicherei un incontro (del Fomc) in particolare. Non penso che dovremmo farlo di corsa perché l’economia è ancora solida. Se dovessimo vedere che l’economia si indebolisce in maniera consistente sarebbe un elemento rilevante. Ma se guardiamo all’inflazione, ci attendiamo che salga in estate”.