La settimana che si chiude ha visto l’oro tornare in battuta, a causa delle rinnovate tensioni geopolitiche, in particolare sulla possibilità di una guerra degli USA all’Iran. Ipotesi per ora messa in stand-by da Trump. Nello stesso tempo, la prudenza palesata dalla Federal Reserve circa un possibile taglio dei tassi d’interesse ha limitato l’ascesa del metallo prezioso, che non è riuscito ad aggiornare i precedenti record storici. Ma cosa ci si aspetta per il mercato dell’oro?
Quotazioni attese in aumento fino a 4.000 dollari
Per gli analisti di Union Bancaire Privee (UBP) il metallo prezioso potrebbe arrivare almeno a 4.000 dollari l’oncia entro il prpossimo anno. “Abbiamo una posizione molto costruttiva sull’oro, che dovrebbe salire verso i circa 4.000 dollari l’oncia nel 2026”, spiega Peter Kinsella, Global Head of Forex StratStrategy di UBP.
Le previsioni di un aumento dei prezzi riflettono diversi fattori:
- Tendenze inflazionistiche più elevate nel post-pandemia
- Robusta domanda da parte delle banche centrali
- Elevati rischi geopolitici
- Crescenti preoccupazioni riguardo al profilo del debito dei mercati sviluppati
- Valutazioni basse dell’oro rispetto alla ricchezza globale totale
- Potenziali riassetti monetari e deprezzamento del dollaro
Oro più che raddoppiato dal 2020
Dal 2020, i prezzi dell’oro sono più che raddoppiati, una conseguenza dei livelli più elevati dell’inflazione post-pandemia dovuti ai cambiamenti nella catena di approvvigionamento e all’irrigidimento dei mercati del lavoro in tutto il mondo.
Anche gli acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali hanno contribuito in modo significativo all’aumento del prezzo del metallo giallo, soprattutto dopo l’inizio della guerra tra Ucraina e Russia nel 2022. Il World Gold Council ritiene che i prezzi siano almeno del 15% più alti a causa della domanda delle banche centrali. “Riteniamo che le banche centrali continueranno ad acquistare quantità significative di oro nel prossimo decennio, alla ricerca di asset alternativi per le loro riserve valutarie”, spiega l’analista di UBP.
Una fase nuova e un debito USA ingombrante
Gli eventi in Medio Oriente e in Ucraina dimostrano che il mondo è entrato in una fase geopolitica completamente nuova, come dimostra il graduale ritiro degli Stati Uniti dal loro ruolo di gendarme mondiale. Ciò significa che possiamo aspettarci conflitti sempre più frequenti, con conseguenti rischi al rialzo per l’oro.
Il “Big Beautiful Bill” del presidente Trump ha portato a un aumento dei rendimenti sul debito statunitense, il che significa che i mercati ora chiedono una compensazione extra per l’acquisto e il possesso di obbligazioni USA. La spesa aggressiva in deficit manterrà l’inflazione elevata, il che è molto positivo per i prezzi dell’oro. Notiamo che il rapporto debito/PIL dei mercati sviluppati è incredibilmente elevato, e questo rende l’oro un asset sempre più interessante dal punto di vista della diversificazione del rischio.
Infine, qualsiasi mossa verso un riassetto monetario – come i famosi Accordi del Plaza del 1985 – comporterà significativi rischi al rialzo per l’oro. Riteniamo che il dollaro continuerà probabilmente il suo recente trend di deprezzamento, il che dovrebbe incrementare i rischi al rialzo per il metallo giallo.
“Il mercato rialzista secolare dell’oro è destinato a continuare nei prossimi anni ed è un buon momento per investire in oro”, conclude Kinsella, sulla base di questi fattori che supportano l’aumento delle quotazioni del metallo.