La Procura indaga sulla vendita di azioni Monte Paschi: il giallo si infittisce

Si sospetta un'operazione di concerto che ha coinvolto pochi soggetti legati in altre operazioni come Banco BPM, Anima, Delfin e Caltagirone

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Redazione

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Pubblicato: 13 Giugno 2025 08:50

La Procura di Milano, insieme al nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, sta indagando in merito alla vendita di azioni di Banca Monte dei Paschi di Siena, effettuata dal MEF lo scorso novembre, ad un gruppo circoscritto di soggetti collegati in altre operazioni o presenti nel capitale di altre realtà bancarie.

Le indagini della Procura

La Procura ha messo sotto i riflettori la vendita di una quota del 15% del capitale di Banca MPS, effettuata dal MEF nel novembre scorso, per un incasso di circa 1,1 miliardi di euro, nell’ambito del processo di progressiva dismissione delle quote pubbliche. All’operazione avrebbe partecipato un ristretto gruppo di soggetti, fra loro collegati o coinvolti in altre operazioni, che grazie all’acquisizione di queste azioni, si sarebbero ben posizionati nel capitale di Siena.

Fra questi Banco BPM, l’Istituto guidato da Giuseppe Castagna sotto il tiro di Unicredit, che ha rilevato il 5% del capitale di MPS. L’altro soggetto è Anima, che ha rilevato il 3%, arrivando con le azioni già in suo possesso al 4% del capitale della banca senese. C’è poi il duo imprenditoriale, molto attivo nel settore bancario, Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, ed il gruppo Caltagirone. Entrambi hanno rilevato il 3,5% di MPS.

L’operazione è stata gestita da Banca Akros, che fa capo a Banco BPM. Per questo la GdF nei giorni scorsi ha effettuato acquisizioni documentali, non una vera e propria perquisizione, per raccogliere elementi utili all’inchiesta.

Le ipotesi di reato

Il punto è che la Procura ha aperto un vero e proprio procedimento penale, iscritto al Registro generale delle notizie di reato, ritenendo che vi siano gli estremi per indagare. Il fascicolo cammina in parallelo rispetto a quello aperto dalla Procura in seguito ad una querela per diffamazione di Mediobanca, che al momento è senza indagati o ipotesi di reato.

Le connotazioni dell’operazione ed i soggetti coinvolti, legati da interesse convergenti o presenti in contemporanea nel captale di atre realtà come Mediobanca e Generali, fanno pensare ad una “azione di concerto” fra i soggetti interessati, che alimenta il sospetto di aggiramento delle regole di trasparenza e di turbativa dell’equilibrio del mercato, con il fumus di aggiotaggio ed altri reati finanziari.

Unicredit smentisce esposto

“UniCredit non ha presentato alcun esposto alla Procura di Milano. Né ha presentato alcun esposto in relazione a Delfin e Caltagirone”, ha precisato un portavoce della Banca di Piazza Gae Aulenti, in relazione a quanto trapelato da fonti giudiziarie in merito alle indagini che riguardano la vendita di azioni MPS.

Le inquietudini francesi

In Francia, intanto, la temperatura sale ed arriva un richiamo per Francesco Milleri, amministratore delegato di EssilorLuxottica, per l’asse che lo lega a Francesco Gaetano Caltagirone, giudicato “spericolato” e non coerente con gli interessi degli azionisti della holding del lusso italo-francese da lui guidata.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Lettera43, Eric Lombard, attuale ministro delle Finanze francese ed ex numero uno di Generali France, avrebbe espresso forti perplessità in colloquio con Milleri, che rischierebbe la sospensione cautelativa dal Board della big del lusso, imposta dalla AMF, l’autorità francese di vigilanza dei mercati, se emergessero fatti gravi che lo coinvolgono.