Guerra: la rivolta dei militari bielorussi rallenta Putin

Era prevista un'invasione da nord anche delle truppe bielorusse, ma una rivolta interna dei militari lo avrebbe impedito. Una grana per Putin, che controlla comunque il paese.

Foto di Paolo Viganò

Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Pubblicato: 7 Marzo 2022 12:52

La Bielorussia è uno dei quattro paesi, Russia compresa, ad aver votato contro la risoluzione Onu che condanna l’invasione dell’Ucraina. Il Paese, retto da Alexander Lukashenko che è un fedelissimo di Putin, è in buona sostanza un satellite della Russia, ed è proprio dal territorio bielorusso che l’esercito di Mosca ha potuto bombardare le postazioni ucraune dislocate a nord. Tuttavia il piano originario, stando a quanto diffuso da fonti dell’intelligence Nato, prevedeva una compartecipazione dell’esercito bielorusso, che invece non c’è stata, pare, in seguito ad una sorta di rivolta interna.

“Il piano originario di Putin avrebbe previsto l’entrata in guerra, al fianco della Russia e contro l’Ucraina, delle forze armate bielorusse circa una settimana fa”, riporta in proposito l’Adnkronos. Invece, si sarebbero verificate “situazioni non previste che avrebbero modificato, per il momento, i piani originari, come ufficiali che si sarebbero dimessi, coscritti che si sarebbero sottratti agli obblighi militari e alcuni generali che avrebbero manifestato il loro disaccordo alla partecipazione della Bielorussia alla guerra”.

Dimissioni ai vertici

Nei giorni scorsi sarebbe arrivato a rassegnare le dimissioni il capo di Stato maggiore delle Forze armate bielorusse, Viktor Vladimirovich Gulevich. E alcuni “alti ufficiali dell’esercito bielorusso ne avrebbero seguito l’esempio”. Dimissioni, stando a voci non confermate riportate da Il Messaggero, dovute alla “impossibilità di adempiere alle istruzioni della leadership”.

Cosa cambia

Il che cambierebbe poco sul piano politico-diplomatico, visto che la Bielorussia è poco più che una dependance russa ed ha concesso il proprio territrio per le operazioni dell’esercito guidato dal Cremlino. Ma sul piano militare qualche effetto lo porta eccome, giacché è proprio sul fronte settentrionale che i russi sembrano soffrire il maggior numero di defezioni. La Russia non ha la forza amministrativa e finanziaria per addestrare i suoi 261.000 coscritti e 80-100.000 riservisti teoricamente sul piede di guerra. I russi speravano nell’apporto di forze fresche dalla Bielorussia. Che non sono arrivate.

Enerhodar

Le stesse fonti d’intelligence riferiscono che, durante l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dati raccolti mostrano un’interruzione della connettività della rete in Enerhodar, nel sud-est dell’Ucraina, dove gli utenti riportano la disruption dei servizi di telefonia mobile mentre le truppe russe continuano a combattere per il controllo della Centrale Nucleare di Zaporizhzhia” riferiscono le fonti all’Adnkronos.