L’ impero Berlusconi ha subito un cambiamento che si potrebbe paragonare allo switch finanziario da Augusto a Costantino per l’Antica Roma. Dalla morte del Cavaliere, gli eredi hanno avviato un ampio processo di trasformazione delle attività che per decenni hanno definito il profilo economico, mediatico e immobiliare del fondatore di Fininvest. Il cambiamento graduale dell’impero costruito da Silvio Berlusconi riguarda diversi fronti: dal settore immobiliare alla società calcistica del Monza fino al riassetto delle strategie editoriali e televisive di Mediaset.
Le cessioni immobiliari: patrimonio in vendita
Secondo quanto riportato da La Repubblica già nel 2023, la famiglia Berlusconi ha avviato le procedure per la messa in vendita di gran parte del patrimonio immobiliare, con l’unica eccezione rappresentata dalla residenza storica di Arcore. Il patrimonio ereditato include ville di lusso e immobili di pregio in Italia e all’estero. Villa Certosa, in Costa Smeralda, è uno degli asset più rilevanti: nel 2021 fu valutata 259 milioni di euro e oggi potrebbe superare il doppio di tale cifra.
All’interno delle società Dolcedrago e Idra Immobiliare si trovano altre proprietà significative come Villa Grande sull’Appia Antica e Villa Belvedere a Macherio. Villa Gernetto, invece, non è inclusa in Dolcedrago ma è iscritta nel bilancio Fininvest per 44,8 milioni di euro. Completano il patrimonio diversi immobili minori come terreni in Costa Turchese, il cinema Fiamma a Roma e vari appartamenti tra cui due ville ad Antigua e Villa Campari sul Lago Maggiore
L’unica proprietà che risulta già venduta è Villa Due Palme a Lampedusa, frequentata da Silvio Berlusconi solo una volta ma usata spesso dai figli in questi anni. Ad acquistare l’immobile è stato Gianni Profita, economista 63enne e rettore della Saint Camillus international university of health and medical sciences. Il prezzo, secondo indiscrezioni, è stato di 3 milioni di euro. Fra il 2024 e questi primi mesi del 2025 sono inoltre stati venduti due appartamenti nella Residenza dei Sassi a Milano 2 e una villa con annesso villino a Punta Lada (Porto Rotondo)
Monza, la cessione dell’ultimo sogno sportivo
La vendita della società calcistica Monza ha segnato la chiusura definitiva del progetto sportivo che Silvio Berlusconi aveva avviato nel 2018. Fininvest ha raggiunto un accordo con il fondo americano Beckett Layne Ventures per la cessione iniziale dell’80% delle quote, a cui seguirà il trasferimento del restante 20% entro un anno. La valutazione complessiva della società si attesta intorno ai 30 milioni di euro, influenzata dalla recente retrocessione in Serie B e da un disavanzo di 47,9 milioni di euro nel 2024.

Durante l’era Berlusconi, il Monza ha sempre chiuso i bilanci in perdita. Dal 2018, gli investimenti complessivi della famiglia nella società calcistica hanno superato i 275 milioni di euro, di cui oltre 51 milioni solo nel 2024 per coprire perdite e sostenere la gestione. La decisione di cedere il club è arrivata per ridurre l’esposizione finanziaria e concentrare le risorse su asset più redditizi.
Mediaset e la nuova strategia europea
Parallelamente al cambio di focus finanziario, Pier Silvio Berlusconi ha avviato una revisione delle strategie editoriali e produttive di Mediaset. L’obiettivo è spostare l’investimento dal mercato esclusivamente italiano verso un orizzonte europeo, seguendo la trasformazione del gruppo in MFE (MediaForEurope). La nuova direzione punterebbe anche su contenuti meno da “trash televisivo”, intuibile anche con la scelta di giornalisti come opinionisti di reality.
La nuova linea editoriale ha comportato l’allontanamento di volti storici e collaboratori vicini a Silvio Berlusconi. I palinsesti sono stati in parte ristrutturati rafforzando i programmi di Maria De Filippi e i reality, con un occhio particolare alle soap turche. In questo caso c’è però anche una sorta di operazione nostalgia. Le serie turche come fu Dallas per il Cavaliere. D’altronde è tornata nel preserale la Ruota della Fortuna.
I bilanci di Fininvest e la fase post-Silvio
I dati finanziari del 2024 rivelano un utile netto complessivo inferiore di 100 milioni rispetto all’anno precedente. La flessione è dovuta principalmente alla svalutazione della partecipazione nel Monza e alle perdite registrate dalle società immobiliari come Idra. Secondo quanto riportato da Milano Today, qualche giorno fa l’assemblea degli azionisti di Fininvest ha approvato una cedola da 100 milioni di euro, raddoppiando quella dell’anno precedente. Si conferma un orientamento strategico volto alla razionalizzazione degli asset meno produttivi
In particolare la vendita di Villa Certosa e Villa Gernetto consentirebbe di ridurre in modo consistente l’indebitamento complessivo del gruppo. Questo permetterebbe di rafforzare le partecipazioni più redditizie, come quelle in MFE, Mondadori e Mediolanum. L’idea alla base è semplificare la struttura dell’impero Fininvest, puntando su comparti con margini di crescita più elevati e su una gestione più snella e meno dispersiva.
Un’eredità che cambia forma
L’uscita progressiva da progetti simbolo dell’era Berlusconi non è solo una scelta economica. Rappresenta anche una transizione generazionale in cui i cinque figli dell’ex premier ridisegnano l’identità del gruppo familiare. La dismissione delle residenze di lusso, la vendita del Monza e la riformulazione dell’offerta Mediaset sono le tappe visibili di un percorso che mira a superare il passato senza rinnegarlo. L’impero Berlusconi non è più quello del boom degli anni Novanta. Oggi si configura come un gruppo imprenditoriale in fase di razionalizzazione, attento all’equilibrio finanziario e alla coerenza strategica. La progressiva uscita da rami d’attività meno performanti e il rafforzamento degli asset centrali tracciano il nuovo profilo dell’era post Silvio Berlusconi.
I tempi cambiano e anche l’approccio di Pier Silvio Berlusconi è nettamente differente rispetto al padre Silvio. Se il Cavaliere aveva iniziato la sua avventura imprenditoriale puntando sul settore immobiliare, ora l’erede Pier Silvio ha scelto di rafforzare l’editoria e le partecipazioni della società sacrificando anche molte proprietà di famiglia, oltre alla passione calcistica del genitore. D’altronde se Silvio ha consacrato la sua popolarità internazionale con i successi del Milan, più che con i bilanci, di certo gli eredi non hanno bisogno di fare branding.
Sarà interessante capire le prossime mosse di Marina Berlusconi con le numerose voci che da tempo la vedono in procinto di scendere in campo in politica in prima persona dando nuova linfa a Forza Italia. Una scelta che rappresenterebbe questa volta un linea di continuità con il padre Silvio Berlusconi.