Da PayPal a Klarna, la spesa in negozio a rate: a partire da 8 euro al mese

Con Klarna negli USA e PayPal, il pagamento si trasforma in “Buy Now Pay Later”. Tra i benefici della flessibilità digitale si nasconde la sfida del bilancio familiare

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 24 Giugno 2025 14:11

Da giugno 2025 Klarna sbarca su Google Pay negli Stati Uniti, permettendo agli utenti di dilazionare in quattro rate a zero interessi ogni acquisto superiore a 35 dollari (circa 8 euro al mese). Contemporaneamente, entro fine anno PayPal introdurrà in Europa un portafoglio contactless NFC con opzioni fino a 24 mesi. Si prevede l’arrivo in Italia subito dopo la Germania.

Queste soluzioni, dette “Buy Now Pay Later” (Bnpl), rivoluzionano la spesa in negozio, offrendo da una lato una maggiore flessibilità e l’accesso immediato ai beni, ma spingono anche a uscite mensili fisse che, sommate a un mutuo, le bollette e agli svariati abbonamenti, possono gravare sul bilancio familiare fino a comprometterlo.

Klarna a rate in negozio, la situazione negli Usa

La partnership tra Klarna e Google inaugura una nuova era dei pagamenti digitali negli Stati Uniti. Dal giugno 2025 gli utenti Google Pay possono scegliere “Pay in 4” per suddividere acquisti superiori a 35 dollari in quattro rate mensili a tasso zero, una formula che porta la rata a circa 8 euro al mese.

Con oltre 85 milioni di consumatori attivi e 600.000 negozi partner, Klarna arricchisce così l’ecosistema di Google, già usato da 25 milioni di utenti negli Usa. L’integrazione non si ferma al checkout, infatti tramite l’app Klarna si gestiscono spedizioni, resi e piani di rimborso, trasformando il tradizionale wallet digitale in un vero e proprio hub finanziario completo.

Anche in Italia arriverà PayPal

Entro fine 2025 anche l’Italia dovrebbe beneficiare del nuovo portafoglio contactless di PayPal, già in roll-out in Germania e in altri mercati europei. Disponibile sull’ultima versione dell’app per Android e iOS, il servizio sfrutta il chip NFC e il circuito Mastercard per consentire pagamenti rapidi e sicuri nei negozi fisici abilitati.

Gli utenti potranno scegliere di dilazionare ogni spesa in 3, 6, 12 o 24 mesi: le prime tre rate saranno a tasso zero, mentre sui piani più estesi potrebbero applicarsi interessi.

Cosa ci aspetta in futuro?

Il concetto di proprietà privata, cardine del nostro vivere sociale ed economico da secoli, è oggi messo in discussione dalla digitalizzazione di ogni aspetto della vita quotidiana. Con l’avvento di Internet, sempre più oggetti e servizi, dagli assistenti vocali ai frigoriferi intelligenti, dagli e-book alle auto connesse, restano solo formalmente nelle mani dei consumatori, mentre nella sostanza rimangono “in abbonamento” alle aziende che ne controllano licenze, aggiornamenti e perfino l’attivazione.

Questo passaggio non è un semplice cambio di paradigma, significa che il possesso diventa un diritto di accesso revocabile da remoto, con rischi concreti di sorveglianza, interruzione del servizio o manipolazione da parte di produttori o cambi di proprietà aziendale, criminali in caso di attacchi informatici o persino autorità statali avverse.

Mentre il mercato si sposta sempre più verso modelli di noleggio e abbonamento, le alternative “analogiche” rischiano di scomparire o di restare confinate a nicchie. Le generazioni future cresceranno abituate a non possedere in senso pieno ciò che usano ogni giorno, affidando la loro libertà e privacy a piattaforme e contratti digitali. In questo scenario, il vero nodo sarà ridefinire diritti, le garanzie e le tutele per chi “accede” ma non possiede mai gli oggetti che acquista e usa.

Quali sono i rischi

Il pagamento a rate, inoltre, pur offrendo flessibilità e la possibilità di suddividere l’esborso senza interessi se saldato nei termini, nasconde delle insidie che possono tradursi in vere e proprie trappole finanziarie. L’assenza di costi iniziali e la semplicità d’uso rendono il Bnpl estremamente attraente, ma l’accumulo di più piani di dilazione, per acquisti di elettronica, abbonamenti, generi alimentari o vacanze, può portare rapidamente al sovraindebitamento, soprattutto in assenza di una alfabetizzazione finanziaria come in Italia.

Già nel 2022 un’analisi di Crif ha mostrato come il tasso di insolvenza dei contratti Bnpl sia raddoppiato rispetto all’anno precedente, evidenziando una criticità che riguarda in particolare i consumatori più giovani, propensi a dilazionare anche importi contenuti senza valutare appieno l’impegno complessivo. A ciò si aggiunge la mancanza di una vera valutazione del merito creditizio: a differenza dei prestiti tradizionali, il Bnpl non richiede un’analisi approfondita delle garanzie o del reddito dell’utente, affidandosi spesso ad algoritmi di intelligenza artificiale semplificati e a controlli superficiali.

Un ulteriore fattore di rischio è la debolezza delle tutele legali: i contratti Bnpl possono prevedere rinnovi automatici, penalità per ritardi non sempre chiaramente comunicate e clausole che limitano le possibilità di contestazione. Nel lungo termine, l’impatto sulla storia creditizia può tradursi in difficoltà nell’accesso a strumenti finanziari più strutturati, così come in un aumento dei costi complessivi qualora si applichino tassi d’interesse sulle dilazioni più lunghe.

In assenza di una solida educazione finanziaria, la combinazione di queste criticità, facilità di accesso al credito, tassi di insolvenza in crescita, valutazioni al merito semplificate e protezioni legali limitate, può trasformare quella che appare come una comoda rata mensile in un pericoloso debito a catena.