Trump attacca l’Iran con Israele: “Ora inizia la guerra”

Trump non passa per il Congresso e decide di attaccare tre siti nucleari iraniani. Nel discorso alla nazione minaccia l'Iran: pace o proseguiranno gli attacchi coordinati con Israele

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 22 Giugno 2025 10:30

Gli Stati Uniti si uniscono alla guerra di Israele contro l’Iran. Non una notizia sorprendente, ma sicuramente non sperata per via dell’instabilità del territorio e per le alte probabilità di un’escalation. Le dichiarazioni dei leader in queste prime fasi non sembrano richiamare alla pace, ma anzi proprio a un allargamento del conflitto.

È arrivata in nottata, per l’Italia, la notizia che Donald Trump ha deciso di sganciare un carico di bombe su tre siti nucleari iraniani: Fordow, Natanz e Isfahan. L’attacco è avvenuto senza l’approvazione del Congresso.

Gli Usa di nuovo in guerra

Attraverso i social, il presidente americano Donald Trump fa sapere di aver attaccato direttamente l’Iran, colpendo tre siti nucleari. In una serie di post su Truth ha confermato la “sparizione” dei siti nucleari e ha parlato all’Iran dicendo che ora è tempo di pace e che “deve ora accettare di porre fine a questa guerra”. Una guerra che, è giusto ricordarlo, ha iniziato Israele.

La risposta non si è fatta attendere da Teheran, ma anche da funzionari Houthi arriva la conferma che gli attacchi non saranno l’inizio della pace, ma l’inizio della guerra. Parole che fanno eco anche negli Stati Uniti, dove Sara Jacobs, membro democratico del Congresso (che non è stato informato dell’azione), ha dichiarato: “Gli attacchi di Trump contro l’Iran non sono solo incostituzionali, ma rappresentano un’escalation che rischia di trascinare gli Stati Uniti in un’altra guerra senza fine e mortale”.

Anche da diversi parlamentari repubblicani arrivano commenti convinti in merito all’incostituzionalità dell’attacco deciso da Donald Trump, mostrando una certa divisione interna che potrebbe avere conseguenze e che sicuramente sarà discussa nelle prossime ore nel Paese a stelle e strisce.

Il riferimento è all’Iraq, quando gli Stati Uniti sono arrivati a uccidere più di un milione di persone in un conflitto che ha destabilizzato l’intera regione. Ma l’elenco degli interventi catastrofici statunitensi negli ultimi 30-40 anni è lungo: Iraq, Libia, Siria, Libano…

Cosa ha detto Trump

Subito dopo l’attacco Donald Trump ha dichiarato che avrebbe parlato alla nazione. Nel suo discorso il presidente degli Stati Uniti ha affermato che l’attacco aveva come obiettivo quello di porre fine alla minaccia nucleare rappresentata dal principale sponsor mondiale del terrorismo. “Stasera posso annunciare al mondo che gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare”, ha affermato.

Ha poi ringraziato il primo ministro israeliano, raccontando di come abbiano lavorato come una squadra per raggiungere l’obiettivo di “cancellare questa orribile minaccia per Israele”. Poi arrivano nuove minacce all’Iran:

O ci sarà la pace, o ci sarà una tragedia per l’Iran ben più grande di quella cui abbiamo assistito negli ultimi otto giorni.

E ancora promette nuovi attacchi, anche molto più grandi se l’Iran dovesse reagire, e lo fa su Truth, dal quale in caps lock scrive:

QUALSIASI RITORSIONE DA PARTE DELL’IRAN CONTRO GLI STATI UNITI D’AMERICA SARÀ ACCOLTA CON UNA FORZA MOLTO SUPERIORE A QUELLA OSSERVATA QUESTA SERA..

Mentre Trump si gode la fama di aver portato nuovamente gli Stati Uniti in guerra e di averlo fatto senza l’autorizzazione del Congresso, per eccesso di cautela alcuni dipartimenti di polizia, come quello di New York, stanno distribuendo un maggior numero di risorse presso i siti religiosi, culturali e diplomatici. L’obiettivo, evidentemente, è quello di limitare i danni in caso di risposta attraverso attacchi terroristici mirati.

La soddisfazione di Netanyahu

Oltre al sostegno dei fedelissimi, non sorprende che Trump incassi la soddisfazione del primo ministro israeliano. Questo ha pubblicato un video su X nel quale elogia il coraggio del presidente degli Stati Uniti e non solo. Infatti, nel video afferma che tale decisione “cambierà la storia”.

Questo perché la storia ricorderà come il presidente americano “ha agito per negare al regime più pericoloso del mondo le armi più pericolose al mondo”.

Cari cittadini di Israele, fratelli e sorelle.
Nell’Operazione “Like a Lion”, abbiamo ottenuto insieme risultati senza precedenti nella storia di Israele.
Ricorderete che, fin dall’inizio dell’operazione, vi avevo promesso che gli impianti nucleari dell’Iran sarebbero stati distrutti, in un modo o nell’altro. Quella promessa è stata mantenuta.
Poco fa, in pieno coordinamento tra me e il Presidente Trump, e in totale coordinamento operativo tra le Forze di Difesa Israeliane (Idf) e l’esercito degli Stati Uniti, gli Stati Uniti hanno attaccato tre impianti nucleari iraniani: Fordow, Natanz e Isfahan.
In questo modo, gli Stati Uniti hanno proseguito – con ancora maggiore determinazione e immensa potenza – gli attacchi condotti da Idf e Mossad contro il programma nucleare iraniano. Un programma che minacciava la nostra stessa esistenza e metteva in pericolo la pace dell’intero mondo.
Subito dopo il completamento dell’operazione, il Presidente Trump mi ha telefonato. È stata una conversazione molto calorosa, molto toccante.
Mi ha fatto i complimenti, ha elogiato il nostro esercito e ha fatto le sue congratulazioni al nostro popolo. E io ho ringraziato lui, i piloti americani e il popolo degli Stati Uniti.
Il Presidente Trump guida il mondo libero con coraggio. È un grande amico di Israele, un amico senza eguali.
A nome mio, di tutti i cittadini di Israele e dell’intero popolo ebraico, lo ringrazio dal profondo del cuore.
E so, cittadini di Israele, di parlare dal profondo del cuore di ognuno di voi.
Siamo uniti, combattiamo insieme. E con l’aiuto di Dio vinciamo insieme.
Come è scritto nella parashà di questa settimana: “Andiamo pure, perché possiamo certamente conquistarli”.

La questione radioattività

L’agenzia di stampa iraniana fa sapere che nei siti nucleari bombardati dagli Stati Uniti non è più presente materiale radioattivo. Da una parte si può quindi immaginare che, negli ultimi nove giorni di attacchi israeliani, l’Iran abbia spostato l’uranio arricchito dagli impianti in vista di un attacco.

La conferma sull’assenza di radioattività arriva anche dall’Aiea, che non segnala aumenti di livelli di radiazioni fuori dai siti colpiti.

L’Organizzazione iraniana per l’energia atomica ha affermato che gli attacchi stanno avvenendo nell’indifferenza, e anzi con la complicità dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea). E aggiunge che lo sforzo di migliaia di scienziati ed esperti riuscirà a garantire alla nazione iraniana comunque lo sviluppo di questa industria, definita fondamentale per il Paese.