Bollo auto da pagare anche con il fermo amministrativo, la novità

Dal 2026 il bollo auto cambia: pagamento annuale legato alla residenza, addio a scadenze fisse e nuove regole sul fermo amministrativo

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 25 Giugno 2025 07:40

Semplificazioni in vista per la gestione del bollo auto, che dovrebbero portare, dal 2026, una serie di novità per chi è proprietario di un veicolo. La tassa di circolazione dovrà essere versata nella regione di residenza ed il pagamento dovrà essere effettuato in un’unica soluzione.

Il bollo auto è stato al centro del diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale, che ha avuto come oggetto i tributi locali e il federalismo fiscale regionale. Approvate dal Consiglio dei Ministri, le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore non prima del prossimo anno.

Le novità per il 2026

Il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente approvato in via preliminare uno dei tanti decreti attuativi della riforma fiscale (siamo arrivati al numero 17) attraverso il quale sono state introdotte alcune disposizioni in materia di tributi locali.

Alcune novità andranno ad impattare anche sui proprietari delle automobili, che devono pagare il bollo auto. A finire sotto la lente d’ingrandimento del legislatore c’è la territorialità della tassa, la cui competenza spetta alle singole regioni. Per il suo versamento, quindi si dovrà fare riferimento alle regole che vengono stabilite dalla regione nella quale il proprietario del veicolo è residente.

Volendo entrare un po’ più nello specifico, questo significa che il bollo auto deve essere versato nella regione in cui il contribuente è residente, mentre la somma deve essere versata in un’unica soluzione.

Per la data di scadenza del bollo auto si dovrà fare riferimento alla data di prima immatricolazione: questo significa che a partire dal 1° gennaio 2026 scompariranno ufficialmente tutte le scadenze fisse a cui gli automobilisti sono abituati, indipendentemente che siano annuali, quadrimestrali o semestrali: si farà spazio a un’unica data di pagamento, che a questo punto diventerà annuale.

Per sapere quando sarà necessario pagare il bollo auto si dovrà tenere conto della data nella quale il veicolo è stato immatricolato.

Tra l’altro non si provvederà più ad individuare i soggetti obbligati a versare la tassa di circolazione l’ultimo giorno utile per effettuare il pagamento, ma lo si farà il primo giorno del periodo tributario.

In questo modo dovrebbero essere superati gli eventuali inconvenienti che dovessero sorgere nel momento in cui viene effettuato un passaggio di proprietà nel corso del mese di pagamento, soprattutto quando dovesse avvenire tra soggetti residenti nelle diverse regioni.

Per i veicoli che sono stati immatricolati prima del 1° gennaio 2026, in linea teorica, dovrebbero continuare a rimanere valide le scadenze previste in precedenza, sempre che le Regioni non decidano di intervenire in modo diverso.

L’importanza della residenza

Stando a quanto abbiamo visto fino a questo momento, il bollo auto deve essere versato nella regione in cui il contribuente ha la residenza e nella quale circolare con il veicolo.

Il legislatore ha sostanzialmente ribadito il principio di territorialità, piegandolo in chiave green.

I veicoli, inutile negarlo, sono una delle maggiori fonti di inquinamento delle città nelle quali circolano. Questo è il motivo per il quale si è deciso di devolvere la tassa di circolazione alla Regione in cui maggiormente insistono.

Questo permetterà all’ente impositore di recuperare delle risorse per investire in progetti di risanamento ambientale, così da mitigare il peso ambientale della circolazione dei veicoli.

Fermo amministrativo: cosa cambia

Altra voce importante è legata al fermo amministrativo: verrà escluso dalle cause che portano all’esonero del pagamento del bollo auto. La tassa dovrà essere versata anche quando il veicolo è indisponibile a seguito di un qualsiasi provvedimento. In poche parole il legislatore è andato a mettere mano all’articolo 5 del Decreto Legge 953 del 30 dicembre 1982 prevede espressamente che:

La perdita del possesso del veicolo o dell’autoscafo per forza maggiore o per fatto di terzo o la indisponibilità conseguente a provvedimento dell’autorità giudiziaria o della pubblica amministrazione, annotate nei registri indicati nel trentaduesimo comma, fanno venir meno l’obbligo del pagamento del tributo per i periodi d’imposta successivi a quello in cui è stata effettuata l’annotazione.

Con la sentenza 47 del 2 marzo 2017, la Consulta ha deciso che l’esclusione riguardasse esclusivamente il fermo amministrativo, ossia quel provvedimento che viene disposto direttamente dall’autorità a seguito di violazione particolarmente grave del Codice della Strada e con il quale venga anche disposto che il veicolo venga custodito in luoghi che non siano sottoposti al pubblico passaggio.

In questi casi il documento di circolazione dei veicolo in questione viene custodito dall’organo di polizia. La sentenza della Consulta non ha previsto che il fermo fiscale, che consiste in una misura cautelativa che viene disposta dall’agente della riscossione a tutela del debito, preveda l’esonero dal pagamento del bollo auto.

Purtroppo nella prassi quotidiana gli automobilisti tendono a confondere il fermo amministrativo con quello fiscale, chiamando amministrativo sia quello che viene disposto a tutela di un debito che quello che arriva a seguito della violazione del Codice della Strada. O molto più semplicemente definendo entrambi fermo auto.

La decisione di escludere dalle cause che portano all’esonero del pagamento del bollo auto anche il fermo amministrativo sarebbe una vera e propria novità per gli automobilisti. Anche se, in questo caso, è necessario attendere l’entrata in vigore della novità per comprendere quale sia la portata della norma.

Prima che queste novità entrino effettivamente in vigore è necessario, però, che arrivino i vari decreti attuativi.

Quali agevolazioni rimarranno in vigore

Capitolo importante riguarda le agevolazioni sul bollo auto. Spetterà sempre alle Regioni decidere se esonerare i contribuenti dal pagamento della tassa di circolazione.

Ricordiamo, infatti, che in molte parti d’Italia le auto elettriche non la pagano per i primi 5 anni e, in certe regioni, ne sono addirittura esonerata per sempre. Alcune agevolazioni sono previste anche per le auto ibride, ma in questo caso la durata è leggermente inferiore, non superando i tre o i cinque anni.

Alcune agevolazioni sono previste per quanti guidano delle auto a metano o Gpl, che possono accedere a sconti o a esenzioni particolari, che cambiano da regione a regione.

Per tutti questi casi spetterà alle singole amministrazioni regionali confermare o meno sconti o esoneri dal pagamento del bollo auto.