Soldi in regalo a chi fa figli nei piccoli comuni: parte dalla natalità la nuova strategia della Regione Sardegna per contrastare il fenomeno dello spopolamento che da anni svuota i piccoli centri dell’isola.
La Giunta regionale ha approvato l’erogazione di un bonus mensile di 600 euro per ogni primo figlio nato, adottato o affidato, e 400 euro per i figli successivi, fino al quinto anno di età. La misura è destinata alle famiglie residenti o che trasferiscono la propria residenza nei comuni con meno di 5.000 abitanti.
Bonus nuovi nati in Sardegna
L’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha spiegato che la Giunta punta
moltissimo su questo provvedimento.
Nel dettaglio, le risorse saranno trasferite ai comuni in due tranche annuali, dopo una verifica sui dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2025. Il finanziamento è stato confermato nella recente legge di Stabilità approvata a maggio e sarà attivo a partire dal secondo semestre del 2025.
Come fare domanda
La domanda potrà essere presentata al comune di residenza o di nuova residenza.
I comuni interessati sono tenuti a pubblicare avvisi pubblici a sportello, ai quali devono partecipare anche i beneficiari degli anni precedenti, per verificare il mantenimento dei requisiti.
Possono presentare domanda i nuclei familiari, anche monogenitoriali, che soddisfano congiuntamente i seguenti criteri:
- un figlio nato, adottato o in affido preadottivo dal 2022 in un comune con meno di 3.000 abitanti oppure dal 2024 in un comune con meno di 5.000 abitanti;
- che abbiano trasferito la residenza da un comune con popolazione maggiore a uno con popolazione inferiore ai limiti indicati nell’anno della nascita del figlio;
- che si impegnino a mantenere la residenza nel comune per almeno 5 anni consecutivi, pena la decadenza del beneficio;
- in cui almeno un genitore risieda e coabiti con il minore;
- che non occupino abusivamente alloggi pubblici;
- che siano proprietari o detentori legittimi (es. locazione, comodato o altro titolo equivalente) di un immobile adibito a dimora abituale nel comune di nuova residenza per l’intero periodo di godimento del beneficio;
- che esercitino responsabilità genitoriale o tutela legale;
- che siano cittadini italiani, dell’Unione europea o di Paesi terzi in possesso di regolare permesso di soggiorno nel territorio nazionale.
Sardegna fanalino di coda nella natalità
L’intervento arriva in risposta a dati demografici preoccupanti: nel 2023 la Sardegna ha registrato il tasso di natalità più basso d’Italia con 4,9 nascite ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 6,7. Un segnale d’allarme che va oltre il semplice calo delle nascite, come spiega Bartolazzi:
Occorre invertire questa tendenza al declino, che non è solo demografico, ma anche economico e sociale. Per questo abbiamo fatto molta attenzione, insieme alla nostra direzione per le Politiche Sociali, ad introdurre dei meccanismi volti a non trasformare la misura in un intervento di mero assistenzialismo: lo eviteremo favorendo lo sviluppo di servizi attivi nei comuni soggetti a spopolamento, con infrastrutture che sostengano concretamente le politiche familiari.
Sarà fondamentale monitorare l’impatto sociale della misura: i parametri di valutazione includeranno stabilità residenziale, occupazione, istruzione e livello di reddito delle famiglie beneficiarie.
Politiche per la terza età in Sardegna
La famiglia viene presa in considerazione come un nucleo all’interno di una comunità stratificata, multigenerazionale.
Per questo verranno approntati strumenti di presa in carico della persona per l’invecchiamento attivo, considerata dalla Sardegna come un presidio indispensabile a sostenere la permanenza degli anziani nel loro domicilio, anche attraverso la dotazione di strumentazione domotica e lo sviluppo mirato di interventi a beneficio della persona.