Dichiarazione dei redditi in scadenza il 30 giugno, è il primo tax day

È tempo di passare alla cassa per effettuare il primo pagamento delle imposte scaturito dalla dichiarazione dei redditi 2025

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 26 Giugno 2025 07:50

Doppia scadenza in arrivo per la dichiarazione dei redditi 2025. Il 30 giugno c’è il primo grande appuntamento di quest’anno: entro questa data deve essere inviata la versione cartacea. Ma non solo: entro fine mese i contribuenti che hanno presentato il Modello 730/2025 devono fare i conti con la scadenza del termine per versare il saldo 2024 e il primo acconto 2025 delle imposte.

Ormai sono rimasti in pochi a trasmettere la dichiarazione dei redditi in modalità cartacea: questo appuntamento coinvolge soprattutto gli eredi dei soggetti deceduti, oltre a quanti abbiano già provveduto a trasmettere il 730 e adesso devono trasmettere dei nuovi dati attraverso il Modello Redditi Pf.

Soffermandosi, invece, sul pagamento delle imposte, è necessario prestare la massima attenzione ai pagamenti differenziati che coinvolgono i lavoratori dipendenti e pensionati da una parte e i titolari di partita Iva dall’altra.

I liberi professionisti e i lavoratori autonomi potranno effettuare i versamenti entro il 21 luglio 2025 senza ulteriori aggravi.

Modello 730/2025, l’invio per posta

Canale alternativo a quello telematico per inviare la dichiarazione dei redditi è quello postale. Sistema che, per forza di cose, inizia ad essere abbandonato: è più comodo, infatti, inviare telematicamente il Modello 730/2025 o il Modello Redditi Pf.

La normativa tributaria permette di utilizzare il canale postale per comunicare i redditi maturati nel 2024 quando si rispettano alcuni requisiti.

L’invio del Modello Redditi Pf (la possibilità non vale per il 730) può essere effettuato modalità cartacea nel momento in cui il contribuente:

  • benché abbia la possibilità di utilizzare il Modello 730/2025 ha la necessità di comunicare dei redditi o dei dati utilizzando i relativi quadri che si trovano all’interno del modello redditi (RM, RT, RW);
  • deve essere presentata la dichiarazione dei redditi per conto di un contribuente deceduto.

A ogni modo è necessario sottolineare che l’invio cartaceo della documentazione reddituale è una possibilità messa a disposizione, non costituisce un obbligo.

Ma il tempo si sta restringendo. Quanti volessero appoggiarsi agli uffici postali hanno tempo fino al 30 giugno 2025, molto prima rispetto alla deadline ordinaria fissata al 31 ottobre 2025 per gli invii telematici.

Dichiarazione cartacea, quanto costa

Quanto costa trasmettere la dichiarazione dei redditi in formato cartaceo? Nulla, il servizio è completamente gratuito, ma è necessario rispettare alcune regole ben precise che sono state introdotte e successivamente riepilogate dall’Agenzia delle Entrate all’interno delle istruzioni per compilare il Modello Redditi Pf.

Volendo entrare un po’ più nel dettaglio, una copia della dichiarazione che è stata compilata dal contribuente deve essere inserita all’interno di una busta che deve avere le caratteristiche descritte all’interno dell’Allegato B del provvedimento n. 34746 del 13 marzo 2008 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

L’angolo in alto a sinistra della facciata della busta deve corrispondere a quello posto in alto a sinistra del frontespizio: in questo modo, attraverso la finestra della busta, risultano immediatamente visibili il tipo di modello, la data di presentazione e i dati che servono a identificare il contribuente.

Nel caso in cui queste regole non dovessero essere rispettate alla lettera, gli uffici postali non potranno accettare la dichiarazione dei redditi. E di conseguenza non potranno formalizzare ufficialmente l’invio all’Agenzia delle Entrate.

30 giugno, arriva il tax day

Se è vero che l’invio della dichiarazione dei redditi in formato cartaceo è una scadenza che coinvolge un numero limitato di contribuenti, ben diverso è il discorso relativo alle imposte che devono essere versate entro fine mese.

Si può affermare, infatti, che il 30 giugno 2025 è, a tutti gli effetti, il primo tax day legato alla dichiarazione dei redditi 2025. I contribuenti devono passare alla cassa per versare il saldo 2024 e il primo acconto 2025 dell’Irpef e della cedolare secca, solo per ricordare le due voci più importanti di quest’anno.

I contribuenti hanno la possibilità di versare quanto devono in un’unica soluzione o a rate – una ogni mese da giugno a dicembre – o posticipare il pagamento al 30 luglio. In quest’ultimo caso devono maggiorare l’importo dovuto dello 0,40% a titolo di interessi.

È importante sottolineare che la scadenza del 30 giugno riguarderà unicamente i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Il discorso cambia per i titolari di partita Iva che applicano gli Isa e per i forfettari, i quali dovranno tenere a mente la scadenza del 21 luglio 2025, grazie alla proroga che è stata introdotta dal Decreto Legge Fiscale n. 84/2025.

Le scadenze per chi decide di rateizzare

I dipendenti, i pensionati e i contribuenti che sono stati esclusi dalla proroga devono effettuare il versamento entro queste date:

  • prima rata il 30 giugno, con interessi allo 0,00%;
  • seconda rata il 16 luglio, con interessi allo 0,18%;
  • terza rata il 20 agosto, con interessi allo 0,51%;
  • quarta rata il 16 settembre, con interessi allo 0,84%;
  • quinta rata il 16 ottobre, con interessi all’1,17%;
  • sesta rata il 17 novembre, con interessi all’1,50%.

Chi volesse versare le imposte con un mese di ritardo, deve preventivamente maggiorare l’importo da rateizzare dello 0,40% e rispettare il seguente calendario (gli ulteriori interessi che indichiamo vanno aggiunti all’importo maggiorato:

  • prima rata il 30 luglio, con interessi allo 0,00%;
  • seconda rata il 20 agosto, con interessi allo 0,18%;
  • terza rata il 16 settembre, con interessi allo 0,51%;
  • quarta rata il 16 ottobre, con interessi allo 0,84%;
  • quinta rata il 17 novembre, con interessi all’1,17%;
  • sesta rata il 16 dicembre, con interessi all’1,50%.

I titolari di partita Iva che beneficiano della proroga al 21 luglio possono rateizzare gli importi delle imposte da pagare come segue:

  • prima rata il 21 luglio, con interessi allo 0,00%;
  • seconda rata il 20 agosto, con interessi allo 0,18%;
  • terza rata il 16 settembre, con interessi allo 0,51%;
  • quarta rata il 16 ottobre, con interessi allo 0,84%;
  • quinta rata il 17 novembre, con interessi all’1,17%;
  • sesta rata il 16 dicembre, con interessi all’1,50%.

Chi volesse ritardare di un mese il pagamento delle imposte deve maggiorare dello 0,40% l’importo da versare e rispettare il seguente calendario:

  • prima rata il 20 agosto, con interessi allo 0,00%;
  • seconda rata il 16 settembre, con interessi allo 0,18%;
  • terza rata il 16 ottobre, con interessi allo 0,51%;
  • quarta rata il 17 novembre, con interessi all’0,84%;
  • quinta rata il 16 dicembre, con interessi all’1,17%.