Gli scioperi ferroviari continuano a mettere alla prova la pazienza dei viaggiatori, costretti a giostrare tra cancellazioni improvvise e tabelloni poco chiari. In caso di cancellazioni, ritardi e scioperi, come quello del prossimo 20 giugno, sono previsti dei rimborsi.
Il Regolamento europeo 2021/782, in vigore pienamente dal 2023 stabilisce che lo sciopero non è una scusa valida per non risarcire. Dunque sì, si può ottenere un rimborso. Vediamo come fare.
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Quando si ha diritto al rimborso Trenitalia in caso di sciopero
Trenitalia prevede il rimborso integrale senza penali del biglietto non utilizzato se il viaggio è impedito da uno sciopero. In particolare, i passeggeri che scelgono di rinunciare al viaggio a causa di uno sciopero annunciato possono richiedere il rimborso a partire dalla proclamazione dello sciopero stesso. I tempi per chiedere il rimborso cambiano a seconda del treno prenotato:
- Frecce e Intercity, si può fare tutto fino all’orario di partenza;
- regionali, la richiesta va presentata entro la mezzanotte del giorno prima.
Questa differenziazione tiene conto del fatto che i biglietti regionali (spesso non nominativi o senza posto riservato) richiedono una gestione diversa.
Chi non ha voglia di passare dal modulo di rimborso può scegliere l’opzione meno burocratica: spostare o modificare la prenotazione e ripartire su un altro treno, stesso comfort, altra data. Sempre che ci sia posto, ovviamente.
Se il treno viene effettivamente soppresso a causa dello sciopero, il rimborso è dovuto integralmente e non è necessaria alcuna attestazione di rinuncia da parte del personale (la cancellazione stessa del treno fa scattare il diritto al rimborso).
Le richieste di rimborso possono essere presentate allo sportello in stazione, oppure tramite il form sul sito entro un anno dalla data del viaggio originario.
Come ottenere il rimborso Italo per treni soppressi o in ritardo
Anche Italo adotta politiche a tutela dei viaggiatori in caso di sciopero, in linea con la normativa sui diritti dei passeggeri. In base alle regole vigenti, se un treno Italo viene cancellato oppure è previsto un ritardo superiore a 60 minuti, il passeggero ha diritto a richiedere il rimborso integrale del biglietto per la parte di viaggio non effettuata o, se preferisce rinunciare completamente al viaggio, per l’intero tragitto.
Vale anche per i biglietti di andata e ritorno: se lo sciopero rovina la partenza, si può chiedere indietro l’intero importo, ritorno compreso. Per chi invece preferisce partire, Italo mette a disposizione qualche piano B: bus sostitutivi, coincidenze improbabili o il primo treno disponibile dopo la bufera sindacale.
Italo prevede inoltre un sistema di indennizzo automatico per i ritardi all’arrivo, che opera anche nei casi di sciopero qualora il viaggiatore decida di intraprendere comunque il viaggio. Le soglie previste (in linea sempre con la normativa Ue) sono:
- 25% del prezzo del biglietto per ritardi compresi tra 60 e 119 minuti;
- 50% del prezzo del biglietto per ritardi pari o superiori a 120 minuti.
Treni regionali e sciopero: regole 2025 per il rimborso biglietto
I treni regionali sono la spina dorsale del pendolarismo quotidiano, ma non fanno eccezione quando si tratta di scioperi. Per i biglietti Trenitalia, il rimborso si chiede entro le 24 del giorno precedente. Chi arriva tardi, deve sperare che il proprio treno venga soppresso per avere comunque diritto al rimborso integrale. In quel caso, si va al banco o si compila il form online.
Per chi viaggia con altri operatori regionali la situazione è simile. Trenord, per esempio, prevede il rimborso completo se la colpa è dell’azienda e lo sciopero rientra tra le cause. C’è un limite di tempo, però: la richiesta va fatta entro 30 giorni dall’evento.
Anche durante uno sciopero, lo Stato impone che una parvenza di servizio resti in piedi. Si chiamano fasce di garanzia e coprono le ore calde del mattino (6:00-9:00) e della sera (18:00-21:00).