Il 55,6% del vino in Italia è DOP, il 25,9% è IGP: Veneto leader

Il recente Report dell’ICQRF sulle giacenze di vino italiane: oltre la metà del vino in giacenza è a Denominazione di Origine Protetta (DOP), mentre solo un quarto è a Indicazione Geografica Protetta (IGP)

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 18 Giugno 2025 15:13

Il recente Report dell’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari), aggiornato al 31 maggio e pubblicato a giugno 2025, fornisce un’istantanea preziosa sulla consistenza delle giacenze di vino italiane e mette in luce alcuni aspetti chiave. Oltre la metà del vino in giacenza è a Denominazione di Origine Protetta (DOP), mentre solo un quarto è a Indicazione Geografica Protetta (IGP).

Un dato su tutti spicca: il Veneto conferma la propria leadership, con il 26,1% del vino nazionale detenuto nei propri stabilimenti.

Vino DOP e IGP in Italia

Il dato più rilevante emerso dal report è che il 55,6% del vino italiano in giacenza è DOP, mentre il 25,9% è IGP. In totale, oltre l’80% del vino detenuto negli stabilimenti enologici italiani gode quindi di una certificazione di qualità legata al territorio.

È un elemento che conferma la centralità dell’Italia nel panorama mondiale del vino, ma che suggerisce anche una forte polarizzazione verso le DOP, considerate oggi da produttori e mercati internazionali come marchi di garanzia, autenticità e valore.

L’1,4% è costituito da vini varietali, mentre il 17,2% rientra nella categoria “altri vini”, che comprende i prodotti generici o da tavola. Questi ultimi sono in forte minoranza, a dimostrazione di come il sistema vitivinicolo italiano stia sempre più orientando la produzione verso segmenti premium o, quantomeno, riconoscibili per origine e standard qualitativi associati al Made in Italy, ormai un vero e proprio brand in tutto il mondo.

Vino in calo su base mensile, ma stabile rispetto al 2024

Al 31 maggio 2025 risultano 46,6 milioni di ettolitri di vino in giacenza in Italia, un dato in calo del 6,3% rispetto ad aprile 2025 (-3,1 milioni di ettolitri), ma leggermente superiore rispetto allo stesso periodo del 2024 (+0,4%). Si tratta di un segnale importante: a fronte di una gestione efficiente delle scorte, il settore mantiene livelli simili a quelli dello scorso anno, nonostante le difficoltà climatiche e di mercato che hanno interessato le campagne vitivinicole recenti.

Accanto al vino, si registrano 3,1 milioni di ettolitri di mosti e 77.863 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (VNAIF). I mosti sono in calo del 12,9% rispetto a maggio 2024, mentre i VNAIF sono in aumento significativo (+60,7%). Rispetto ad aprile 2025, però, anche i VNAIF calano (-33,3%), segno di un avanzamento dei processi di vinificazione in linea con la stagionalità.

Una filiera concentrata nel Nord: Veneto protagonista

Altro dato eloquente del report è la forte concentrazione territoriale delle giacenze: il 58,3% del vino è detenuto nel Nord Italia, e in particolare il 26,1% si trova nel solo Veneto. A trainare la regione sono soprattutto le province di Treviso (11,0%) e Verona (9,1%), epicentri di alcune delle denominazioni più rappresentative del panorama nazionale, come il Prosecco DOC e le varie DOCG del Valpolicella e del Soave.

Questo primato veneto non è solo quantitativo, ma anche qualitativo: nella regione si concentra una parte rilevante dei vini  DOP, in particolare rossi e spumanti. In generale, i vini a DOP detenuti in Italia sono per il 51,3% rossi, mentre tra quelli a IGP la quota dei rossi sale al 57,1%. Si conferma dunque una netta prevalenza dei rossi nelle giacenze di qualità, a fronte di una domanda che, almeno in alcuni mercati, sta premiando sempre più anche bianchi freschi e spumanti.

Mosti e vini in fermentazione: la spinta di Emilia-Romagna e Puglia

Se il vino vede il Veneto protagonista, i mosti (cioè il succo d’uva non ancora fermentato) vedono un’altra configurazione geografica. Le giacenze di mosti sono concentrate per il 62,6% al Nord e per il 27,2% al Sud. Le regioni leader in questo segmento sono Emilia-Romagna (26,4%) e Puglia (25,3%), due territori storicamente molto attivi nella produzione di vino da taglio, ma sempre più orientati alla qualità certificata.

Per quanto riguarda i vini nuovi ancora in fermentazione, si nota una forte predominanza del Nord (62,5%), seguito dal Centro (20,9%), dal Sud (13,5%) e dalle Isole (3,1%). Si tratta di un comparto ancora marginale per volumi, ma che riveste un ruolo cruciale nei cicli stagionali della produzione.