Zegna sfila alla Dubai Opera, Sartori porta in passerella l’eleganza vissuta

Dalla visione di Ermenegildo Zegna alla Dubai Opera trasformata in Villa Zegna, la nuova collezione firmata da Alessandro Sartori è un racconto di eleganza vissuta, materia emozionale e identità globale

Foto di Matteo Calzaretta

Matteo Calzaretta

Giornalista

Giornalista pubblicista, collabora con alcune tra le principali testate nazionali di lifestyle e spettacoli.

Pubblicato: 12 Giugno 2025 10:02

Era il 1910 quando Ermenegildo Zegna, giovane imprenditore dal pensiero rivoluzionario, fondava il marchio che avrebbe ridefinito il rapporto tra moda, ambiente e comunità. Con la creazione di Oasi Zegna, il Fondatore immaginava un luogo in cui l’uomo, la natura e l’industria potessero convivere in armonia. Ma più che un luogo fisico, Oasi Zegna è da sempre un’idea, una visione del mondo, uno spazio mentale in cui l’estetica incontra l’etica.

Un racconto lungo 115 anni

Oggi, centoquindici anni dopo, questa eredità si espande oltre i confini geografici per diventare universale. Lo fa attraverso una sfilata evento che unisce Trivero al deserto di Dubai, trasformando la Dubai Opera in VILLA ZEGNA per una settimana. È in questo spazio suggestivo che Alessandro Sartori, Direttore Artistico della Maison, mette in scena una collezione che è insieme manifesto, performance e introspezione.

Zegna sfila alla Dubai Opera
Ufficio stampa Zegna
Zegna sfila alla Dubai Opera

Su una colonna sonora eseguita dal vivo e curata da James Blake, la moda si fa esperienza immersiva, un dialogo costante tra materia e sentimento, tra archivio e innovazione, tra ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. E in questa atmosfera sospesa, gli abiti diventano testimoni silenziosi di una quotidianità intensa e poetica.

La bellezza della disinvoltura

La nuova collezione firmata Sartori è un inno alla vita reale, quella fatta di gesti spontanei, di abiti lasciati su una sedia la sera e ripresi al volo la mattina. È proprio questa immagine, semplice eppure potentemente evocativa, a guidare la costruzione del guardaroba: una stratigrafia di capi che raccontano storie vissute, memorie sedimentate nel tessuto.

Alessandro Sartori, direttore creativo di Zegna
Ufficio stampa Zegna
Alessandro Sartori, direttore creativo di Zegna

La silhouette è morbida, fluida e destrutturata. Le giacche sono leggere come camicie, le iconiche Il Conte si presentano in versioni boxy e ariose. Le camicie Nehru, i blouson corti, i cappotti estivi, gli shorts sartoriali diventano strumenti di libertà, capi versatili che si adattano al corpo e al contesto con naturalezza elegante.

La collezione sfuma volutamente i confini tra capospalla e sotto, tra formale e casual, tra maschile e femminile. Le giacche si annodano in vita, i mocassini si portano come pantofole, e ogni pezzo sembra già vissuto, scolpito dal tempo e dalla luce. Un’eleganza che non ostenta, ma accoglie e accompagna, con discrezione e carattere.

Materia e colore, un’emozione che piace

Il vero protagonista della collezione è il tessuto, inteso come materia viva, che porta i segni di lavaggi intensi, stropicciamenti, pieghe, sfumature. È la pelle esterna dell’identità, il luogo in cui l’esperienza quotidiana si sedimenta. Ecco allora il Shetland estivo in lana, seta, lino, il popeline ultraleggero in pura seta, il lino e lana jacquard, la spugna di cotone/carta/lana, il camoscio effetto seconda pelle, la pelle maglia, il canvas a tre strati in Oasi Lino.

Anche la palette cromatica racconta questo viaggio tra interno ed esterno, tra corpo e paesaggio: bianco oasi, mastice, burro di montagna, caligine, corda, alternati a tonalità più corpose come olio, cognac, liquore, felce, ciclamino, magnolia, barolo, ardesia lavato. Ogni colore ha un peso emotivo, ogni sfumatura una storia.

Gli accessori completano il racconto con la stessa leggerezza consapevole: mocassini destrutturati, borse capienti, occhiali avvolgenti, tutti pensati per chi vive il proprio stile come estensione del sé, non come rappresentazione.

La moda come linguaggio personale

Noi designer facciamo metà del lavoro, il resto accade quando i clienti interpretano i capi giorno dopo giorno”, afferma Alessandro Sartori. E in effetti, in passerella si percepisce la vitalità autentica di chi indossa: uomini e donne di ogni età e provenienza che rendono ogni look unico, individuale, libero. Non si tratta solo di vestire, ma di abitare i capi, farli propri.

La collezione non detta regole, ma offre possibilità. Parla a chi cerca sostanza oltre l’apparenza, a chi desidera una moda empatica, capace di evolversi con la vita, di plasmarsi sul quotidiano.