L’arte è una terapia: perché guardare un quadro aumenta il benessere

La visione di opere d’arte può influenzare l’umore o lo stress, ma può anche migliorare il benessere associato al significato della vita e alla crescita personale.

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 19 Maggio 2025 13:08

Basta poco. Guardare con attenzione un’opera d’arte può rappresentare un modo di conservare il benessere psicofisico. Fissarsi sui particolari, astrarsi, provare a cogliere le sfumature cromatiche diventa un potenziale sostegno per la salute. e non solo in un museo, ma anche in ospedale. E forse anche su una tavola perfettamente riprodotta su un volume, come propone il volume dedicato ad un precursore del Rinascimento, autore di opere che spianarono la strada ad una rappresentazione del sacro molto più realistica e umana che in passato. Stiamo parlando di Cimabue, il grande maestro raccontato quest’anno dal Volume d’Arte Menarini, presentato ad Arezzo.

L’opera d’arte aiuta la salute

La ricerca ha preso in esame una quarantina di studi pubblicati in precedenza, con dati relativi a quasi 7000 partecipanti, è stata condotta da un team di psicologi dell’Università di Vienna, del Trinity College di Dublino e dell’Università Humboldt di Berlino ed è apparsa su Journal of Positive Psychology. Tra le opere d’arte incluse nella revisione figurano opere famose come L’Urlo di Edvard Munch, La Notte Stellata di Vincent Van Gogh ed altre grandi rappresentazioni d’arte moderna e contemporanea.
Precedenti ricerche hanno suggerito che la visione di opere d’arte possa influenzare l’umore o lo stress, ma questo studio aggiunge dati fondamentali, analizzando insieme una serie di dati. In particolare si è visto che la visione di opere d’arte può migliorare il benessere eudemonico, ovvero il benessere associato al significato della vita e alla crescita personale.

Interventi sanitari su misura

Va detto che, stando alla ricerca, i benefici legati all’osservazione dell’arte appaiono indipendenti dal luogo in cui lo “stimolo” artistico viene proposto. Infatti si è visto il valore del “trattamento” in musei e gallerie, così come anche all’interno dell’ospedale o addirittura attraverso la realtà virtuale.

“Spesso si pensa all’arte come a un lusso, ma la nostra ricerca suggerisce che la visione di opere d’arte, sia come hobby che come intervento sanitario mirato, può contribuire in modo significativo al benessere. Riformulando l’arte come una risorsa di benessere accessibile e a basso costo, questa ricerca apre interessanti possibilità per integrare l’arte negli ambienti quotidiani e nelle strategie di salute pubblica”

segnala in una nota MacKenzie Trupp, autrice principale e ricercatrice presso l’Università di Vienna e la Radboud UMC, Donders Institute.

Dal 2019, va ricordato, l’OMS raccomanda l’utilizzo di approcci creativi insieme alle cure mediche perché l’arte aiuta a soddisfare il bisogno delle persone di cercare un significato nella vita, costruire l’autostima e sviluppare identità positive, fattori importanti per affrontare le difficoltà di ogni giorno ed eventuali problemi psicofisici.

L’opera di Cimabue in un libro

La monografia che entra a far parte della collana d’arte del Gruppo Menarini, edita da Pacini Editore, è dedicata a Cimabue. Come ricorda Miriam Fileti Mazza,

“il Volume d’Arte Menarini su questo grande maestro ripercorre il racconto visivo di colui il quale, uscendo dalla primitiva pittura bizantina, aprì la strada alla nuova arte che avrebbe condotto poi al Rinascimento. La sua pittura lontana nel tempo si riappropria della percezione, donando ancora mistero, naturalezza e il fascino antico delle origini”.

Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini, commentano:

 “Portare avanti la tradizione dei Volumi d’Arte Menarini significa coltivare la bellezza come parte della vita quotidiana Da più di mezzo secolo queste monografie, che si contraddistinguono per il loro linguaggio semplice, avvicinano all’arte anche chi non pensava di potersene innamorare”.

Nel corso degli anni la vocazione artistica del Gruppo si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art, brevi video pillole in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei Volumi d’Arte Menarini. Questi contenuti sono disponibili sul canale YouTube di Menarini in otto lingue.

Chi era Cimabue

L’artista di cui niente conosciamo attraverso le fonti documentarie, era nato molto probabilmente a Firenze intorno al 1240 con il nome di Bencivieni di Giuseppe, soprannominato Cimabue. La sua formazione si deve a Coppo di Marcovaldo, il pittore di maggior fama del momento. Mentre l’anno della sua morte è verosimile che fosse il 1302.
Sono pochissime le opere certe giunte fino a noi; a rendere difficoltoso lo studio della sua arte è stato anche lo stato conservativo molto precario nella maggior parte dei casi e addirittura pessimo quando al deterioramento del tempo – si pensi agli affreschi di Assisi dove al posto della lucente biacca di quei lontani giorni, arrivò ben presto il nero dell’ossido di piombo – si era unita la terribile offesa di un’alluvione o del terremoto.
Ma la forza espressiva dell’arte di Cimabue è stata più forte di un destino avverso e il racconto della Fede che le sue opere narrano, dettaglia ancora oggi l’assoluta novità di una pittura proiettata verso il naturalismo di Giotto. La prima opera di Cimabue, databile intorno al 1270, è il Crocifisso di legno sagomato, dipinto a tempera e oro, posta in alto sopra l’altar maggiore della chiesa gotica di San Domenico ad Arezzo.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.