Partiamo dai dati. E prendiamo quelli di Climate Central, che mostra come negli ultimi anni nel mondo poco meno di due miliardi e mezzo di persone hanno sofferto notti di caldo eccessivo almeno due settimane in più all’anno. L’analisi dell’organizzazione con sede a Princeton, è quella del 2024. E mostra anche qualche dato in più riferendoci alla nostra realtà. Sempre stando alla relazione dello scorso anno, l’Italia avrebbe addirittura due settimane in più di notti sopra i 18 gradi, due settimane in più sopra i 20, e 3 notti aggiuntive sopra i 25, con tutte le grandi città coinvolte. Con alcune grandi città particolarmente colpite dal fenomeno.
Ma quali possono essere le ripercussioni di queste condizioni sulla salute? Sicuramente si dorme male. Ma non solo…..
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Perché preoccupa l’aumento delle temperature notturne
La crescita dei valori termici di notte, per certi versi, appare forse ancor più preoccupante della calura diurna. Ci sono infatti ricerche che mostrano come esista un’influenza diretta sul benessere e sul sonno legata proprio al grande caldo, che non consente la riduzione della temperatura corporea e l’insieme di processi fisiologici che ne seguono. Oltre a potenziali effetti cognitivi, su questo fronte, ci possono essere impatti negativi sulla salute fisica e mentale.
Non solo. Le ondate di caldo possono influire anche sulle patologie respiratorie che spesso vengono sottovalutate, nonostante provochino il peggioramento dei sintomi respiratori durante la notte. Lo ha ricordato Giovanna Elisiana Carpagnano, Professore ordinario e direttore della Pneumologia del Policlinico di Bari, in occasione del meeting internazionale sulle malattie respiratorie, co-organizzato dalla Fondazione Menarini, in collaborazione con l’Università di Bari “Aldo Moro” e l’Università di Foggia.
Insomma: le ricadute delle ondate di calore risultano particolarmente pericolose per l’apparato respiratorio, in quanto primo organo bersaglio dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale.
“Ciò che è meno noto è, invece, che le temperature minime notturne stanno crescendo ancora più rapidamente delle massime diurne e che le notti “tropicali”, con minime fino ai 25 gradi, hanno un grave impatto sulla salute respiratoria, pari a quello delle ondate di calore diurne”
sottolinea l’esperta.
La ricerca che fa pensare
Gli studiosi fanno riferimento ad una ricerca apparsa su Environmental Health Perspectives, che ha preso in considerazione i dati sulle temperature minime e massime giornaliere registrate in Giappone, con latitudini simili a quelle del nostro Paese, in un periodo di oltre 40 anni, dal 1973 al 2015. Secondo la ricerca, le ondate di calore notturne, con minime fino ai 25°C, farebbero infatti salire del 10% il tasso di mortalità per malattie respiratorie, indipendentemente dalla temperatura diurna. Secondo Carpagnano
“ciò è dovuto al fatto che la notte è, di per sé, un elemento critico, perché durante il riposo, il calibro dei bronchi, anche negli individui sani, si riduce fino all’8%. Questo restringimento delle vie aeree, legato al ritmo circadiano, è aggravato in chi soffre di asma dal caldo estremo notturno che, provocando un aumento della temperatura all’interno del torace, attiva le fibre nervose dei muscoli respiratori, che non rilassandosi non permettono il normale svuotamento polmonare, rendendo difficile la respirazione, con crisi asmatiche gravissime che possono risultare anche fatali”.
Chi deve fare attenzione e cosa fare
La protezione maggiore dalle notti calde va dedicata in particolare ai soggetti più vulnerabili, specie se si tratta di anziani e bambini asmatici. Occorre cercare di creare, all’interno della propria casa, specialmente nella camera da letto, un ambiente fresco per ridurre l’impatto delle ondate di calore notturne e minimizzare possibili disagi e danni per la salute. In queste condizioni infatti se le temperature non scendono di notte, la combinazione temperatura più umidità può impedire all’organismo di recuperare, quindi ci si sveglia già “scarichi perché la notte si ha sudato, si ha dormito poco e male e le forze per la nuova giornata non vengono recuperate.
Sul fronte della giornata, qualcosa si può fare rinfrescando l’ambiente domestico e la sede di lavoro, ricordando che il condizionamento dell’aria andrebbe impiegato preferibilmente nelle giornate con condizioni climatiche a rischio, regolando la temperatura senza eccedere con il clima “freddo”, coprendosi nel passaggio da un ambiente caldo ad uno più freddo. Per il resto, la riduzione della temperatura corporea prima di mettersi a letto può aiutare, con bagni e docce con acqua tiepida e utilizzo di pezze bagnate per il volto con acqua fresca.