Juventus processo Prisma, richiesta di patteggiamento per Agnelli e gli ex dirigenti

Richiesta di patteggiamento per Andrea Agnelli ex presidente della Juventus e gli altri ex dirigenti coinvolti nel processo Prisma, un'indagine che ha cambiato la storia della società bianconera

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Pubblicato: 29 Giugno 2025 08:55

A distanza di quattro anni dall’inizio dell’inchiesta, si torna a parlare del processo Prisma che ha stravolto la Juventus e cambiato radicalmente il percorso della società bianconera generando conseguenze che ancora pesano sui risultati sportivi della squadra e sui bilanci dello storico club.. Il caso, esploso nel novembre 2021 con una serie di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza, riguarda la gestione dei bilanci e operazioni di mercato che, secondo le accuse, avrebbero avuto lo scopo di alterare i conti della società.

Da sottolineare che nel corso di questi anni l’inchiesta ha portato all’interruzione della presidenza di Andrea Agnelli, la più titolata di tutta la storia della Juventus e durante la quale era stato inaugurato lo Juventus Stadium e il J-Village. Dal punto di vista sportivo la società bianconera, sotto la guida del nipote di Gianni Agnelli, ha vinto lo scudetto per nove stagioni consecutive battendo tutti i record della serie A, ha raggiunto la finale di Champions League e portato in Italia Cristiano Ronaldo in una incredibile operazione di calciomercato che ha fatto sognare i tifosi della Vecchia Signora.

Il patteggiamento di Andrea Agnelli e degli ex dirigenti

Nel corso dell’indagine, diversi dirigenti della società bianconera hanno affrontato procedimenti sia sportivi che ordinari. Tra questi appunto l’ex presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e altri membri del Consiglio di Amministrazione, come Stefano Cerrato, Marco Re, Stefano Bertola e Cesare Gabasio. Il 30 maggio 2023 la Juventus ha raggiunto un accordo di patteggiamento con la Procura Federale della FIGC per quanto riguarda il filone relativo alla cosiddetta “manovra stipendi”. In cambio della rinuncia a presentare ricorso, il club ha accettato un’ammenda di 718.000 euro, senza ulteriori penalizzazioni sportive. Nessun patteggiamento è stato invece presentato da Andrea Agnelli per cui il Tribunale Federale ha poi stabilito 16 mesi di inibizione e una multa di 60.000 euro.

Nel luglio 2024 anche la Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per diversi ex dirigenti bianconeri, tra cui Agnelli, Nedved, Paratici, Gabasio e Cerrato. A distanza di un anno gli imputati hanno chiesto il patteggiamento con pene sospese e alcuni ex dirigenti si sono anche detti disponibili a risarcire i danni alla Consob e alle oltre 200 parti civili costituite nel procedimento. Nello specifico le richieste sarebbero:

  • 1 anno e 9 mesi per Andrea Agnelli;
  • 1 anno e 2 mesi per Pavel Nedved;
  • 1 anno e 6 mesi per Cesare Gabasio e Fabio Paratici;
  • 11 mesi per il Chief financial officer juventino Stefano Cerrato.

Cosa è il processo Prisma

Il processo Prisma prende il nome dall’inchiesta avviata dalla Procura di Torino nel novembre 2021. Le prime perquisizioni risalgono al 26 novembre 2021, quando la Guardia di Finanza ha fatto visita alle sedi di Torino e Milano della Juventus. L’obiettivo era reperire documentazione relativa alle compravendite di calciatori e alla formazione dei bilanci societari per gli anni dal 2019 al 2021. Le indagini si sono articolate lungo due filoni principali: la contabilizzazione delle plusvalenze e le cosiddette manovre stipendi durante la pandemia di Covid-19.

Il caso ha portato alla raccolta di un’ampia mole di intercettazioni telefoniche e all’acquisizione di scritture private non depositate in Lega, tra cui quella soprannominata “Carta Ronaldo“. Questo documento, firmato da Paratici ma non controfirmato da Cristiano Ronaldo, attesterebbe un impegno della Juventus a restituire al calciatore alcune mensilità non versate a causa della crisi sanitaria.

Nel corso del 2022 e 2023 le indagini si sono ampliate fino a coinvolgere oltre 12 dirigenti e la stessa Juventus come persona giuridica. Dopo un primo proscioglimento sportivo, la giustizia sportiva ha riaperto il caso alla luce delle nuove prove emerse dalle indagini torinesi.

Il processo Prisma ha visto anche passaggi tra diversi uffici giudiziari. Dopo una valutazione sulla competenza territoriale, la Procura di Roma ha ereditato il fascicolo da quella di Torino, concludendo le indagini preliminari nel dicembre 2023 e presentando nel luglio 2024 la richiesta di rinvio a giudizio. È stata stabilita la competenza della Capitale perché si fa riferimento al comunicato diffuso dalla Juventus per l’approvazione del bilancio nel giugno 2019 e caricato sulla piattaforma informatica utilizzata da Computer Share e autorizzata da Borsa Italiana per diffondere i comunicati destinati agli azionisti.

La piattaforma ha sede a Roma e dato che proprio il comunicato, secondo l’accusa, riportava dati falsi è stata scelta la Procura della Capitale per il processo.

I capi di accusa

Le accuse rivolte agli ex vertici della Juventus riguardano diversi ambiti, sia nel diritto penale che in quello sportivo. Le principali ipotesi di reato formulate dalla Procura sono:

  • false comunicazioni sociali;
  • false comunicazioni rivolte al mercato;
  • ostacolo alla vigilanza da parte della Consob;
  • aggiotaggio, cioè manipolazione del mercato;
  • emissione di fatture per operazioni inesistenti;
  • violazione del principio di lealtà sportiva (art. 4.1 Codice di Giustizia Sportiva).

Nel dettaglio le operazioni finite sotto esame sono legate alla valutazione gonfiata di calciatori e alle opzioni di riacquisto mai dichiarate ufficialmente, come nei casi di Mandragora con l’Udinese, Orsolini con il Bologna o Audero con la Sampdoria.

In ambito sportivo le sanzioni hanno portato inizialmente a una penalizzazione di 15 punti per la Juventus, poi ridotta a 10 punti al termine della stagione 2022/2023. Successivamente la squadra bianconera è stata esclusa dalle coppe europee per la stagione 2023/2024 dalla UEFA con una sanzione di 20 milioni di euro, di cui la metà condizionata alla conformità dei bilanci futuri.

Tra le motivazioni più rilevanti espresse dagli organi giudicanti, sia in ambito penale che sportivo, vi è l’esistenza di intercettazioni telefoniche inequivocabili, la presenza di documentazione ritenuta manipolativa e l’accertamento di un illecito disciplinare sportivo sistematico. La chiusura del processo, prevista per il 22 settembre, potrebbe porre fine a un capitolo che ha avuto profonde ripercussioni sulla storia recente della Juventus sia sotto il profilo sportivo che societario.