Il Napoli ce l’ha fatta, è ufficialmente libero dallo status di Cenerentola al ballo. Non è più la neo arrivata dagli evidenti limiti ma, al tempo stesso, dalla rosa parzialmente colma di qualità e le ripartenze in grado di creare problemi alle big.
Gli azzurri giocano al tavolo dei grandi e in Europa il nome è ormai ampiamente diffuso. Un processo che mescola calcio e turismo. Di colpo l’antica città millenaria è stata “scoperta”. I social ne propongono le bellezze e le sue strade sono costantemente colme. Un processo che ha più facce, alcune delle quali deleterie per il tessuto sociale locale, ma in ottica calcistica tutto sta andando per il verso giusto.
De Laurentiis aveva ragione ma ha dovuto attendere 20 anni per poter raccogliere i frutti del proprio lavoro. Due scudetti in tre anni e conti in regola. Un sogno per il calcio moderno, con Conte che ora ambisce a dire la propria anche in Champions League. Per Off The Pitch è il Napoli il club più sostenibile d’Europa.
Il modello De Laurentiis
La gestione finanziaria è sempre più cruciale nel calcio moderno, fatto di debiti devastanti e costanti cessioni e acquisti di proprietà. L’Inter ha un vasto debito e programma il proprio futuro sulla base di nuovi rifinanziamenti.
Il Milan sta tentando con Cardinale una gestione oculata, che dia priorità al bilancio più che al mercato, nella speranza che i risultati riportino al Champions e tutti i suoi ricchi profitti. E il Napoli? De Laurentiis ha subito per anni il calore della piazza, stanca di arrivare a un passo, di vincere lo “scudetto dei bilanci” e di trionfare “solo” per Coppa Italia, Supercoppa e singole gare esaltanti.

Gli ultimi tre anni hanno però rappresentato una svolta per il club, che ha vinto il suo terzo scudetto, ha fallito clamorosamente la stagione seguente, è ripartito con Conte e ora ha compreso di potersi permettere qualche strappo, a fronte di un sostegno multiplo:
- merchandising;
- biglietti;
- entrate dalla Champions;
- aumento entrate dal nuovo Maradona.
Impossibile non rendersi conto del lavoro eccellente dell’unico uomo al comando, che trionfa nella classifica dei Europe’s Most Financially Sustainable Clubs. Sono stati presi in esame ben 245 società europee, analizzando i dati triennali dal 2021-22 al 2023-24.
I parametri del primato del Napoli
Nel calcio moderno la chiave è rappresentata da un bilancio in attivo e un capitale netto solido. Dominare in campo non basta, se poi si subiscono dei profondi crolli frutto di una malsana gestione. Serve costruire un modello di business che guardi al lungo termine, integrando politiche di contenimento dei costi e strategia di crescita dei ricavi.
Sono ben otto le posizioni guadagnate dal Napoli in un anno. Si è tenuto conto dell’Ebitda margin, ovvero del risultato operativo in rapporto ai ricavi, così come del Return on Assets, che è il rendimento degli asset aziendali, indicativo dell’efficienza nell’impiego del capitale, e infine dell’Equity Ratio, dunque della percentuale di capitale proprio sul totale passivo, al fine di valutare la leva finanziaria.

Controllo dei costi e investimenti mirati hanno portato il Napoli in vetta e, com’è chiaro, questa è soltanto la base di una nuova piramide da scalare:
- Ebitda margin – 30,6%;
- Return on Assets – 17%;
- Equity Ratio – 29,1%;
- Punteggio ponderato – 26,2.
La top10
Non mancano sorprese nella classifica dei 10 club più sostenibili d’Europa sotto l’aspetto economico. Ci sono piccoli club ma anche colossi, come il Bayern Monaco e il tanto discusso Manchester City, che vanta un forte patrimonio netto e dei margini in crescita. Al netto di numerose polemiche e pratiche che, in altri casi, sarebbero di certo costate molto caro. Due le italiane presenti, con la Fiorentina che occupa il settimo posto.
La gestione Commisso non ha sempre incontrato il gusto dei tifosi ma è sostenibile. Se solo la storia in Conference League fosse andata diversamente, oggi staremmo parlando di un club rinato e pronto a lavorare a uno stadio più moderno e remunerativo.
Club | Paese | Punteggio ponderato | Margine EBITDA | Rendimento degli asset | Indice di patrimonializzazione |
---|---|---|---|---|---|
Napoli | Italia | 26,2 | 30,6% | 17,0% | 29,1% |
Silkeborg IF | Danimarca | 23,1 | 0,9% | 28,6% | 70,1% |
Molde FK | Norvegia | 22,8 | 12,3% | 20,7% | 52,4% |
Manchester City | Inghilterra | 20,9 | 17,5% | 5,0% | 53,4% |
Clermont Foot | Francia | 20,6 | 3,6% | 62,9% | 25,1% |
Bayern Monaco | Germania | 20,6 | 10,9% | 6,3% | 66,1% |
Fiorentina | Italia | 20,5 | 14,1% | 2,5% | 63,6% |
Celtic | Scozia | 19,9 | 15,3% | 9,3% | 47,4% |
Elche | Spagna | 19,8 | 13,9% | 12,7% | 45,5% |
AGF Aarhus | Danimarca | 19,5 | 0,7% | 18,2% | 68,7% |
Le chiavi del successo sostenibile
Dall’analisi condotta da Off The Pitch risultano evidenti alcune best practice per rientrare nel novero dei club più virtuosi:
- ricavi diversificati – Biglietti e diritti Tv sono cruciali ma non bastano, occorrono merchandising, partnership globali e concessionarie hospitality;
- gestione salari – Di fondamentale importanza dei tetti interni, che consentano di tenere sotto controllo le uscite sul fronte stipendi. Utile un sistema di bonus legati ai risultati, così da assicurarsi di coprire le uscite con una porzione delle entrate della Uefa e, al tempo stesso, motivare la squadra;
- investimenti mirati – Modernizzare gli stadi e i centri d’allenamento, così come potenziare la Primavera;
- equilibrio patrimoniale – Rafforzamento del capitale attraverso reinvestimento degli utili e reserve policy (procedure per stabilire quanto denaro o altre risorse accantonare per scopi specifichi, come la gestione del rischio);
- trasparenza – Rispetto degli adempimenti con leghe, autorità e dipendenti, con pubblicazione dei piani strategici e dei bilanci, al fine di rassicurare tifosi ed eventuali investitori.