Il basso contenuto di zolfo e la particolare densità hanno fatto in modo che il petrolio WTI diventasse un benchmark di riferimento nelle quotazioni del greggio. Noto anche come West Texas Intermediate, le sue qualità chimiche semplificano il processo di raffinazione, rendendo la lavorazione più economica e meno impattante a livello ambientale. Grazie a queste caratteristiche, il petrolio WTI è anche stato battezzato “petrolio dolce”.
Il West Texas Intermediate (WTI) – noto anche come Texas Light Sweet – viene prodotto nell’omonimo Stato degli Usa ed è preso come riferimento per determinare le quotazioni del greggio nei mercati dei future che sono quotati al Nymex, New York Mercantile Exchange. Il Brent, in un certo senso il concorrente del petrolio WTI, viene invece estratto dal Mare del Nord.
Le caratteristiche del petrolio WTI
A rendere interessante il petrolio WTI è la posizione geografica delle fonti di estrazione, che lo rendono facilmente accessibile, impattando in modo favorevole sulle quotazioni di questa commodity.
Il petrolio WTI costituisce un punto di riferimento dei contratti future che sono sono scambiati al Nymex: a farlo diventare un benchmark internazionale di riferimento sono la sua stabilità e l’ampiezza d’uso.
Tra le caratteristiche del petrolio WTI ricordiamo:
è un barometro: è considerato, a livello globale, una misura attendibile dell’offerta e della domanda di greggio;
è il preferito dai raffinatori: la qualità della materia prima rende più facile la produzione di carburanti di alta qualità;
condiziona i prezzi alla pompa dei carburanti: eventuali variazioni delle quotazioni del petrolio WTI influenzano il prezzo di benzina e gasolio acquistati dai consumatori.
Petrolio WTI e Brent, quali differenze ci sono
Quali differenze ci sono tra il petrolio WTI e il Brent? La prima è che quest’ultimo viene estratto principalmente dal Mare del Nord, mentre il WTI viene estratto principalmente negli Usa.
Oltre alla diversa provenienza geografica, le differenze si estendono anche alla composizione chimico-fisica delle due commodity. Il Brent ha un contenuto di zolfo pari allo 0,37%, mentre il petrolio WTI dello 0,24%: quando la percentuale è più bassa il greggio viene chiamato petrolio dolce.
Altra importante caratteristica che li differenzia è il grado Api (American Petroleum Institute) che per il WTI è 39,6 mentre per il Brent è 38,0: questo indice si riferisce alla densità del petrolio, che viene misurata su una scala da 10 a 70. Più alto è il numero, meno denso è il greggio.
Cosa impatta sulle quotazioni del petrolio
Il petrolio WTI è un importante benchmark per comprendere come si stiano muovendo le tendenze macroeconomiche globali e le strategie di investimento nel settore energetico. A determinare l’andamento delle quotazioni di questa commodity sono alcuni importanti fattori:
la domanda e l’offerta: il prezzo del petrolio WTI è condizionato principalmente dalla produzione e dalla richiesta, che possono determinare delle importanti fluttuazioni delle quotazioni.
Dinamiche geopolitiche: tensioni politiche nei Paesi nei quali si estrae il greggio hanno un impatto immediato del prezzo del petrolio WTI, perché condizionano la percezione globale del rischio sul mercato.
La politica dell’Opec: eventuali decisioni prese dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) sulla produzione del petrolio impattano direttamente sulla quotazione del petrolio WTI.
Sviluppi economici: altro fattore chiave è l’andamento della crescita economica – nella quale rientrano alcuni indicatori come il Pil – che influisce sulla domanda di energia e quindi sul prezzo del petrolio WTI.
Le innovazioni tecnologiche: nuove tecniche per estrarre il petrolio o il perfezionamento di quelle già esistenti determinano un aumento dell’offerta, impattando direttamente sulle quotazioni.
I grafici e i dati finaziari presenti in questa pagina sono forniti da
TradingView, il social network dedicato a trader ed investitori.
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